mercoledì 14 05 25
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Belardi in esclusiva: “Marino ha belle idee. Difficile fare gruppo ora”

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Il mondo Salernitana, negli scorsi giorni, ha subito l’ennesimo cambio della gestione tecnico degli ultimi due anni. L’ottavo allenatore di questi anomali mesi, e che accompagnerà i granata fino al termine della stagione, sarà Pasquale Marino. Abbiamo chiesto al portiere Emanuele Belardi, che ha condiviso col tecnico classe ’62 ben due esperienze, con chi la Salernitana avrà a che fare nei prossimi due mesi.

Belardi: “Marino grande lavoratore ed uomo umile”

Nella chiacchierata insieme al portiere, ex Juventus e Napoli tra le altre, sono riaffiorati i bellissimi ricordi che il portiere ed il nuovo allenatore granata hanno condiviso insieme, in Serie A ed Europa League con l’Udinese, ed in Serie B col Pescara.

La Salernitana ha riposto in Marino le sue ultime speranze di salvezza: quali sono i suoi pregi?

«Beh, sicuramente quando l’ho vissuto io era nei momenti più importanti della sua carriera, soprattutto ad Udine quando arrivammo ad un passo dalla semifinale di Coppa Uefa, perdendo contro il Werder Brema. Entrando nel dettagli, posso dirti che era un allenatore emergente, sulla bocca di tanti addetti ai lavori. In Friuli ha fatto benissimo, lanciando tanti giovani e nazionali. Avevamo un gioco molto propositivo e posso parlare solo che bene di Marino, sia come allenatore che uomo.

L’ho avuto anche in una seconda esperienza a Pescara, ed anche lì fece molto bene: a gennaio eravamo primi insieme all’Empoli, ,ma dopo una serie di risultati negativi la società lo esonerò. Resta, comunque, un ottimo lavoro, e non a caso eravamo in testa».

In cosa, personalmente, invece, Marino l’ha migliorata maggiormente?

«Ho un ottimo ricordo del mister personalmente, visto che mi ha insegnato tanto dal punto di vista umano. È una persona umile ed un grande lavoratore, oltre che un ottimo allenatore con delle importante idee di calcio».

La situazione della Salernitana in questo momento è molto critica: cosa può dare il mister in queste ultime sei giornate?

«Purtroppo il tempo è pochissimo e la situazione è molto grave. Se ci fosse stato più tempo avrebbe portato serenità e soprattutto avrebbe improntato la squadra col suo gioco.

Nella situazione attuale, invece, bisogna solo vincere, a partire dalla gara di domenica. Come la prossima, le gare in casa son tutte da vincere, assolutamente. Serve fare scelte radicali e nette. Deve giocare chi ha il coraggio di credere a quest’impresa, altrimenti è molto difficile. Creare gruppo, ora, è relativo».

L’ultima domanda tratta invece un tema a lei congeniale: cosa ne pensa di Christensen?

«L’ho visto dal vivo contro il Modena, in una partita dove è stato poco impegnato, ma con la Cremonese, invece, è andato molto bene. È un portiere che non mi dispiace, nonostante in Italia ce ne siano di più bravi. Nella Salernitana è sicuramente un punto di forza, e non una debolezza della squadra».

 

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Il mondo Salernitana, negli scorsi giorni, ha subito l’ennesimo cambio della gestione tecnico degli ultimi due anni. L’ottavo allenatore di questi anomali mesi, e che accompagnerà i granata fino al termine della stagione, sarà Pasquale Marino. Abbiamo chiesto al portiere Emanuele Belardi, che ha condiviso col tecnico classe ’62 ben due esperienze, con chi la Salernitana avrà a che fare nei prossimi due mesi.

Belardi: “Marino grande lavoratore ed uomo umile”

Nella chiacchierata insieme al portiere, ex Juventus e Napoli tra le altre, sono riaffiorati i bellissimi ricordi che il portiere ed il nuovo allenatore granata hanno condiviso insieme, in Serie A ed Europa League con l’Udinese, ed in Serie B col Pescara.

La Salernitana ha riposto in Marino le sue ultime speranze di salvezza: quali sono i suoi pregi?

«Beh, sicuramente quando l’ho vissuto io era nei momenti più importanti della sua carriera, soprattutto ad Udine quando arrivammo ad un passo dalla semifinale di Coppa Uefa, perdendo contro il Werder Brema. Entrando nel dettagli, posso dirti che era un allenatore emergente, sulla bocca di tanti addetti ai lavori. In Friuli ha fatto benissimo, lanciando tanti giovani e nazionali. Avevamo un gioco molto propositivo e posso parlare solo che bene di Marino, sia come allenatore che uomo.

L’ho avuto anche in una seconda esperienza a Pescara, ed anche lì fece molto bene: a gennaio eravamo primi insieme all’Empoli, ,ma dopo una serie di risultati negativi la società lo esonerò. Resta, comunque, un ottimo lavoro, e non a caso eravamo in testa».

In cosa, personalmente, invece, Marino l’ha migliorata maggiormente?

«Ho un ottimo ricordo del mister personalmente, visto che mi ha insegnato tanto dal punto di vista umano. È una persona umile ed un grande lavoratore, oltre che un ottimo allenatore con delle importante idee di calcio».

La situazione della Salernitana in questo momento è molto critica: cosa può dare il mister in queste ultime sei giornate?

«Purtroppo il tempo è pochissimo e la situazione è molto grave. Se ci fosse stato più tempo avrebbe portato serenità e soprattutto avrebbe improntato la squadra col suo gioco.

Nella situazione attuale, invece, bisogna solo vincere, a partire dalla gara di domenica. Come la prossima, le gare in casa son tutte da vincere, assolutamente. Serve fare scelte radicali e nette. Deve giocare chi ha il coraggio di credere a quest’impresa, altrimenti è molto difficile. Creare gruppo, ora, è relativo».

L’ultima domanda tratta invece un tema a lei congeniale: cosa ne pensa di Christensen?

«L’ho visto dal vivo contro il Modena, in una partita dove è stato poco impegnato, ma con la Cremonese, invece, è andato molto bene. È un portiere che non mi dispiace, nonostante in Italia ce ne siano di più bravi. Nella Salernitana è sicuramente un punto di forza, e non una debolezza della squadra».

 

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