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Due vittorie su due per Marino: com’è cambiata la Salernitana

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La Salernitana respira in classifica dopo la vittoria contro il Cosenza per 3-1 e inanella la seconda vittoria consecutiva con il neo tecnico granata Pasquale Marino, che ha saputo sin dall’inizio mettere ordine in una squadra che sembrava rassegnata e disgregata.

La nuova Salernitana di Marino

Son passate tre settimane dalla debacle della Salernitana nel derby contro la Juve Stabia, in una partita dove si erano rese evidenti le numerose lacune della compagine granata, dentro e fuori dal campo. Prima la scelta di Breda di schierare Njoh al posto di un Corazza che sembrava già aver sulle gambe la possibilità di macinare, e bene, la fascia mancina, ripagata inoltre da un rosso del francese, e poi le dichiarazioni di Valentini nel finale di gara, a dimostrazione dell’aria tesa che aveva accompagnato la Salernitana alla sfida contro le Vespe.


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La mossa della disperazione di lanciare Guasone come attaccante nel forcing finale del “Menti” alimentava la resa alla quale il mister e la squadra si stavano avvicinando, prima di un cambio di guida inevitabile per provare, quantomeno, ad invertire un’ultima volta la rotta. La rotta è variata per davvero visto che la Salernitana ha vinto, per la prima volta in stagione, due gare di campionato consecutive, e dopo numerosissime settimane, è riuscita ad uscire fuori dalla zona rossa di classifica.

I cambi tattici

Una rotta invertita sia mentalmente che praticamente, perché ad affiancare la voglia di attaccare e segnare dei granata è, anche e soprattutto, quella di conquistare e dominare sul campo gli avversari. Marino ha continuato sulla strada tracciata dai suoi predecessori, non cambiando nulla nello schieramento tattico, ma semplicemente modificando le mansioni dei giocatori.

Ferrari, su tutti, sembra il più rinvigorito dalla cura Marino, che dopo aver messo a segno anche sotto la gestione Breda prestazioni autoritarie, ha deciso di siglare due gol di fila nelle gare contro Sudtirol e Cosenza. Ruggieri, cosi come Lochoshvili, hanno dato continuità al reparto difensivo, risultando sempre più solidi.

Probabilmente, invece, il cambio effettuato dal nuovo mister sulla mediana, dove Soriano è stato liberato da compiti di carattere difensivo, ricoperti dallo Zuccon/Tello di turno, si è rivelato il più importante e decisivo finora. Alzato sulla trequarti, l’ex Bologna e Sampdoria può meglio supportare il trequartista al suo fianco, e l’attaccante di turno, Cerri, meno isolato di quanto lo era sotto la precedente gestione.

Le frecce granata

Ad aggiungere supporto in fase offensiva ci sono anche gli esterni, Corazza e Ghiglione,  come dimostrato dal gol del vantaggio contro il Sudtirol, dove l’uno ha siglato l’assist e l’altro ha timbrato il cartellino. Da esterno a esterno, come nei più classici dei gol con questo schieramento. Rimane, quello del discreto utilizzo di Corazza con Breda, uno dei dubbi più attanaglianti della stagione, visto che il classe 2004, scuola Bologna, ha partecipato a tre dei cinque gol segnati dai granata con Marino, mettendo a referto ben due assist e segnando il gol del vantaggio contro il Cosenza, rimediando, per altro, ad un incredibile errore che, come dimostrato dalla sua voglia continua di attaccare sull’out sinistro, lo aveva messo tutto solo davanti al portiere rossoblù.

Utilissimo anche il supporto dei ritrovati Hrustic, Tongya, e Simy, fuori dai radar per troppo tempo, ed ora finalmente utilizzati, e bene, dal nuovo tecnico della Salernitana, alla ricerca di altre piccole soluzioni per dar continuità ai risultati ottenuti allo stadio “Arechi”.

E le palle inattive?

Interessante è, inoltre, anche il discorso riguardante i calci da fermo, dove la Salernitana ha finalmente cambiato la tendenza, riuscendo a segnare ben tre gol, dei cinque totali con Marino in panchina, da calcio d’angolo (i due di Ferrari e quello di Corazza), dimostrando una certa predisposizione e volontà a sfruttarli per far male alle difese avversarie. Lo stesso discorso, però, verte in senso negativo se considerati i soli due gol subiti, entrambi frutto di evidenti distrazioni sugli sviluppi di due calci piazzati, dopo essersi, in aggiunta, portati sul doppio, col Sudtirol, e triplo, col Cosenza, vantaggio.

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Son passate tre settimane dalla debacle della Salernitana nel derby contro la Juve Stabia, in una partita dove si erano rese evidenti le numerose lacune della compagine granata, dentro e fuori dal campo. Prima la scelta di Breda di schierare Njoh al posto di un Corazza che sembrava già aver sulle gambe la possibilità di macinare, e bene, la fascia mancina, ripagata inoltre da un rosso del francese, e poi le dichiarazioni di Valentini nel finale di gara, a dimostrazione dell’aria tesa che aveva accompagnato la Salernitana alla sfida contro le Vespe.


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I cambi tattici

Una rotta invertita sia mentalmente che praticamente, perché ad affiancare la voglia di attaccare e segnare dei granata è, anche e soprattutto, quella di conquistare e dominare sul campo gli avversari. Marino ha continuato sulla strada tracciata dai suoi predecessori, non cambiando nulla nello schieramento tattico, ma semplicemente modificando le mansioni dei giocatori.

Ferrari, su tutti, sembra il più rinvigorito dalla cura Marino, che dopo aver messo a segno anche sotto la gestione Breda prestazioni autoritarie, ha deciso di siglare due gol di fila nelle gare contro Sudtirol e Cosenza. Ruggieri, cosi come Lochoshvili, hanno dato continuità al reparto difensivo, risultando sempre più solidi.

Probabilmente, invece, il cambio effettuato dal nuovo mister sulla mediana, dove Soriano è stato liberato da compiti di carattere difensivo, ricoperti dallo Zuccon/Tello di turno, si è rivelato il più importante e decisivo finora. Alzato sulla trequarti, l’ex Bologna e Sampdoria può meglio supportare il trequartista al suo fianco, e l’attaccante di turno, Cerri, meno isolato di quanto lo era sotto la precedente gestione.

Le frecce granata

Ad aggiungere supporto in fase offensiva ci sono anche gli esterni, Corazza e Ghiglione,  come dimostrato dal gol del vantaggio contro il Sudtirol, dove l’uno ha siglato l’assist e l’altro ha timbrato il cartellino. Da esterno a esterno, come nei più classici dei gol con questo schieramento. Rimane, quello del discreto utilizzo di Corazza con Breda, uno dei dubbi più attanaglianti della stagione, visto che il classe 2004, scuola Bologna, ha partecipato a tre dei cinque gol segnati dai granata con Marino, mettendo a referto ben due assist e segnando il gol del vantaggio contro il Cosenza, rimediando, per altro, ad un incredibile errore che, come dimostrato dalla sua voglia continua di attaccare sull’out sinistro, lo aveva messo tutto solo davanti al portiere rossoblù.

Utilissimo anche il supporto dei ritrovati Hrustic, Tongya, e Simy, fuori dai radar per troppo tempo, ed ora finalmente utilizzati, e bene, dal nuovo tecnico della Salernitana, alla ricerca di altre piccole soluzioni per dar continuità ai risultati ottenuti allo stadio “Arechi”.

E le palle inattive?

Interessante è, inoltre, anche il discorso riguardante i calci da fermo, dove la Salernitana ha finalmente cambiato la tendenza, riuscendo a segnare ben tre gol, dei cinque totali con Marino in panchina, da calcio d’angolo (i due di Ferrari e quello di Corazza), dimostrando una certa predisposizione e volontà a sfruttarli per far male alle difese avversarie. Lo stesso discorso, però, verte in senso negativo se considerati i soli due gol subiti, entrambi frutto di evidenti distrazioni sugli sviluppi di due calci piazzati, dopo essersi, in aggiunta, portati sul doppio, col Sudtirol, e triplo, col Cosenza, vantaggio.

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