Nuovo colpo di scena per quanto concerne il caso Brescia. Rondinelle e Agenzia delle Entrate hanno trovato un accordo per la regolarizzazione della posizione della squadra presieduta da Massimo Cellino. Una novità che potrebbe essere decisiva in vista dell’udienza di primo grado in programma per domani e che cambierebbe nuovamente le carte in tavola in tema play-out.
Caso Brescia: i temi portanti dell’accordo con l’AdE
Il Brescia ottiene un’importante vittoria in vista dell’udienza di primo grado in programma per domani e accende una fiammella di speranza per mantenere la Serie B.
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Stando all’indiscrezione lanciata dal Giornale di Brescia, i legali del club di via Solferino avrebbero trovato un accordo con l’Agenzia delle Entrate per regolarizzare la posizione delle rondinelle. Ai lombardi è stata contestata l’inesistenza dei crediti d’imposta utilizzati per pagare emolumenti e imposte relativi al trimestre novembre-gennaio.
L’accordo prevede non solo il pagamento rateizzato dei quasi 2 milioni di euro di contributi, ma anche delle sanzioni ad impatto minore rispetto a quanto paventato inizialmente. I legali dei lombardi sono riusciti a dimostrare la buona fede del club, il quale era convinto di aver pagato i contributi dopo l’acquisto dei crediti d’imposta dal Gruppo Alfieri.
Questo creerebbe i presupposti per poter richiedere l’inflizione dei punti di penalizzazione (-4) per la prossima stagione e non per quella attuale, evitando la retrocessione in Serie C. La difesa dei biancazzurri, inoltre, avrebbe contestato anche le tempistiche di controlli e notifiche. Infatti, il Brescia avrebbe lamentato un ritardo della segnalazione da parte della Covisoc, la quale non avrebbe rispettato i tempi stabiliti dalla normativa.
La norma stabilisce che l’omesso versamento deve essere segnalato alla Procura Federale entro il “decimo giorno successivo alla scadenza dei termini” (in questo caso, cadeva nei primi giorni del mese di marzo). Le rondinelle, invece, sono venute a conoscenza dell’indagine in corso soltanto il 9 maggio, lamentando anche l’aggravante secondo cui la Covisoc fosse a conoscenza da parecchio tempo delle inadempienze, peccando di tempestività nella segnalazione alla Procura Federale. Infine, ci sarebbe da chiarire la questione della truffa, dato che il Brescia ha versato circa 1,5 milioni di euro al Gruppo Alfieri per l’acquisto di crediti d’imposta rivelatisi inesistenti.
In poche parole, i cavalli di battaglia in vista dell’udienza di domani sono la condotta omissiva della Covisoc e la truffa subita. Con queste carte, le rondinelle sperano nella salvezza.