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Caso Brescia, il mistero s’infittisce: ciò che non torna sul Gruppo Alfieri

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Il caso Brescia sta iniziando a far discutere e non solo per il possibile ripescaggio della Sampdoria ai play-out con la Salernitana. La situazione per le rondinelle pare essere più grave del previsto e ciò non regalerebbe molte speranze di sopravvivenza al club lombardo. Ecco lo stato delle cose, stando alle ultime indiscrezioni lanciate dal Corriere della Sera.

Caso Brescia: il mistero dietro al Gruppo Alfieri

A 24 ore dal dibattimento al Tribunale Federale Nazionale della FIGC, le cose non si mettono bene per il Brescia e per il suo presidente, Massimo Cellino.


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Le rondinelle hanno intentato una denuncia per truffa ai danni del Gruppo Alfieri, la società che avrebbe fornito loro i crediti d’imposta dal valore di 2,4 milioni di euro (con trattenuta del 15 per cento circa) per pagare gli emolumenti e le imposte del trimestre di novembre-gennaio risultati, poi, inesistenti. Eppure, il quadro della situazione sembrava abbastanza chiaro sin dal principio.

Il Gruppo Alfieri svp srl, società di cartolarizzazione dei crediti con sede a Milano in via Monte Napoleone 8, pare non avere credenziali molto solide nel settore. Stando a quanto raccolto dal Corriere della Sera, nessuno nel lussuoso stabile milanese pare conoscere la società in oggetto, come anche le altre società esperte nel settore. Inoltre, il proprietario, il 25enne Gianluca Alfieri originario di Serino (Av), pare non avere nemmeno esperienze pregresse nel settore. La società, nata solamente ad ottobre 2024, vanta un misero capitale sociale di 25mila euro e, oltre a non avere un ufficio vero e proprio, non possiede nemmeno un sito web.

A questo punto, i dubbi che sorgono sono addirittura più inquietanti e vanno oltre la semplice truffa. Cellino aveva ribadito che il fiscalista del Brescia era tranquillo poiché aveva ricevuto garanzie dalla Banca d’Italia, eppure, nell’elenco delle società-veicolo di Bankitalia, il nome del Gruppo Alfieri non compare. Inoltre, sempre il numero uno delle rondinelle aveva dichiarato che la società aveva venduto oltre 100 milioni in crediti d’imposta a molte aziende. Anche il Trapani, club di Serie C, si era affidato al Gruppo Alfieri per l’acquisto dei crediti d’imposta e ora rischia il deferimento.

Una situazione che getta un’ombra pesante sulla reale situazione in casa Brescia e che potrebbe avere risvolti determinanti in ambito play-out, oltre che sulla Serie B della prossima stagione.

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A questo punto, i dubbi che sorgono sono addirittura più inquietanti e vanno oltre la semplice truffa. Cellino aveva ribadito che il fiscalista del Brescia era tranquillo poiché aveva ricevuto garanzie dalla Banca d’Italia, eppure, nell’elenco delle società-veicolo di Bankitalia, il nome del Gruppo Alfieri non compare. Inoltre, sempre il numero uno delle rondinelle aveva dichiarato che la società aveva venduto oltre 100 milioni in crediti d’imposta a molte aziende. Anche il Trapani, club di Serie C, si era affidato al Gruppo Alfieri per l’acquisto dei crediti d’imposta e ora rischia il deferimento.

Una situazione che getta un’ombra pesante sulla reale situazione in casa Brescia e che potrebbe avere risvolti determinanti in ambito play-out, oltre che sulla Serie B della prossima stagione.

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