Con entusiasmo ed un pizzico di emozione, Fabio Prosperi si è presentato ufficialmente alla città di Cava de’ Tirreni, alla stampa e alla Cavese, in occasione della prima conferenza stampa della stagione 2025/26.
Prosperi: “Allenare la Cavese per me è motivo di grande responsabilità”
Quali sono stati l’approccio iniziale e le sensazioni nel primo giorno di raduno?
«Anche a Campobasso ho lavorato con tanti under, dove veniva richiesto il minutaggio: credo molto nei giovani, perché rappresentano il futuro. Ovviamente Cava è una piazza diversa, con una storia e un blasone importante, ma il campo resta sempre lo stesso. So che sarà un percorso lungo e impegnativo, ma questo non mi spaventa. Ho chiesto alla società di anticipare il raduno di dieci giorni e ho ricevuto pieno appoggio. L’impatto iniziale è stato positivo: ho trovato disponibilità e attenzione, ma non basta una buona prima impressione. Servirà tempo per creare la nostra identità e un lavoro costante, mirato a migliorare sia i giovani che i calciatori più esperti. L’obiettivo è rendere tutti più consapevoli, senza cercare un calcio offensivo a tutti i costi, ma ragionato, con attenzione agli avversari e all’equilibrio».
Qual è l’idea di calcio di mister Prosperi?
«Nel corso della mia carriera ho spesso scelto una difesa a tre, ma sono aperto ad adattamenti. Il modulo dipenderà dalle caratteristiche della rosa e dal mercato. Il direttore sportivo conosce bene il gruppo e sa dove intervenire. Quel che cerco, prima di tutto, è la predisposizione al lavoro: in campo pretendo il massimo, fuori magari un po’ meno. Conta la mentalità, l’atteggiamento e la voglia di crescere».
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Il legame con Cava de’ Tirreni? Un ricordo dopo 25 anni.
«Sono arrivato a Cava molto giovane, da calciatore. È una piazza calda, esigente, ma anche consapevole. Con il direttore De Liguori c’è un rapporto di stima e amicizia che dura da anni: quando mi ha chiamato, ho detto sì senza esitazioni. Vengo da esperienze in piazze importanti come Taranto e Campobasso, ma allenare qui è un grande onore e una responsabilità. Mi auguro di trasmettere questo senso di appartenenza ai ragazzi. Sono fiducioso, perché ho trovato un gruppo coeso, pronto ad accettare le sfide che ci attendono».