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Il Frosinone di Paolo Bianco: la rimonta play-out in 12 partite

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Il Frosinone, come la Salernitana, ad un certo punto della stagione sembrava spacciato e condannato alla retrocessione. Due esoneri e un campionato al di sotto delle aspettative sembravano il preludio per una retrocessione diretta in C, eppure l’arrivo di Paolo Bianco ha dato un’ulteriore speranza di sopravvivenza ai ciociari. Ecco come la formazione laziale ha dato una sterzata alla stagione, ottenendo una seconda chance di salvezza ai play-out.

Il Frosinone di mister Bianco: dal baratro alla speranza

Alla vigilia di Salernitana-Frosinone del 23 febbraio 2025, i ciociari erano una squadra totalmente allo sbando.


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Penultimi in classifica, zona salvezza lontana 5 punti e due cambi in panchina non sono un buon biglietto da visita. Gli esoneri di Vivarini e Greco avevano gettato nello sconforto un ambiente che era reduce da una beffarda quanto atroce retrocessione dalla Serie A. La certezza che questa non sarebbe stata la stagione del pronto riscatto con annesso ritorno in massima serie ha creato il panico in casa Frosinone. Anzi, si stava addirittura prefigurando la possibilità del doppio capitombolo in C.

Pochi giorni prima della trasferta di Salerno, viene presentato il terzo allenatore di questa stagione, Paolo Bianco. Il trainer pugliese è reduce da una stagione non molto positiva al Modena, ma può contare sul sostegno del DS Guido Angelozzi che lo ha avuto a Sassuolo come allenatore delle formazioni giovanili neroverdi.

L’esordio all’Arechi vede una squadra che mantiene intatto il suo 4-3-3, ma nonostante il blocco mentale dovuto alla difficile situazione di classifica, non rinuncia a giocare. Chiude il primo tempo dominando e avanti per 1-0 grazie al gol di Partipilo, salvo poi soffrire nella ripresa con due espulsioni (Di Chiara e Kone) e accontentarsi dell’1-1 firmato dall’ex di giornata Ghiglione. Da qui inizia la grande rincorsa dei ciociari alla salvezza e un nuovo campionato, perché si tratta di un punto che ha scosso l’ambiente e dato speranza.

 La rimonta che ha momentaneamente scongiurato la salvezza

Il problema principale del Frosinone formato 2024-2025 è un attacco fondamentalmente sterile.

La fase offensiva è stata aspramente criticata dai tifosi per quasi tutta la stagione, vista la scarsa vena realizzativa del trio d’attacco composto da Ambrosino, Partipilo e Begic (solamente 9 gol in tre). E dalla panchina, lo score non migliora di molto (10 gol messi a segno da Canotto, Pecorino, Kvernadze, Distefano, Cuni e Ghedjemis, con Tsadjout e Barcella addirittura a secco). A questo punto, i gol passano dal collettivo, dall’apporto anche da parte degli altri reparti (centrocampo e difesa hanno contribuito con 8 gol a testa).

I ciociari, sotto la gestione Bianco, ottengono una serie di 8 risultati utili consecutivi, frutto di 4 pareggi (Salernitana, Cosenza, Cesena e Spezia) e 4 vittorie (Mantova, Carrarese, Brescia e Sampdoria) che valgono 16 punti totali su 24 disponibili, di cui 15 dagli scontri diretti. Una media da alta classifica che permette ai gialloblù di riaggiustare la propria posizione in graduatoria: dodicesimi a 39 punti, +4 sulla zona calda a 4 giornate dalla fine della regular season.

Il primo stop arriva il 1° maggio con la sconfitta per 1-0 sul campo del Pisa. Una caduta che porta a compimento una mini-crisi di 6 partite senza vittorie (compresi gli ultimi 3 pareggi della serie positiva) insieme al pari con il Cittadella e alla successiva sconfitta con il Palermo. Ciò fa ripiombare il Frosinone nella zona calda della classifica e la vittoria nella trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo già promosso all’ultima curva diventa obbligatoria. Il gol di Bohinen su rigore per l’1-0 finale (con annesso cambio modulo verso un più prudente 3-5-2) e la mancata vittoria della Sampdoria a Castellammare di Stabia consentono ai ciociari di giocarsi la salvezza ai play-out contro la Salernitana col vantaggio di due risultati su tre.

20 punti in 12 partite di gestione Bianco diventano un dato sicuramente preoccupante per i granata, comunque reduci anche loro da un percorso con Marino di 12 punti in 6 partite. La media-punti è pressoché identica (1,7 Bianco, 2 Marino) e ciò renderà incerto questo doppio confronto al cardiopalma.

Schema di gioco, punti di forza e debolezze dei ciociari

Da quando è arrivato al Frosinone, Paolo Bianco ha sicuramente dato un’impronta alla squadra, cosa certificata dai 20 punti conquistati in 12 partite.

Già parlato di un attacco poco prolifico a livello di reparto (19 gol distribuiti tra 9 attaccanti diversi), il punto forte resta l’incredibile capacità di mandare a segno diversi giocatori. I gialloblù hanno realizzato 37 reti in totale nel corso del campionato (terzo peggior attacco alla pari della Salernitana), ma a ciò hanno contribuito in totale 20 giocatori diversi. Il capocannoniere della squadra con i suoi 5 gol è il nazionale italiano Under-21 Giuseppe Ambrosino, attaccante scuola Napoli classe 2003 alla sua terza stagione in B dopo le esperienze con Como, Catanzaro e Cittadella.

Dall’arrivo di Bianco, il Frosinone è andato a segno 15 volte in 12 partite (1,25 a partita), rimanendo a secco soltanto nelle sconfitte contro Pisa e Palermo. Un dato che spiega non solo il cambio di marcia sostanziale adoperato dai ciociari a livello realizzativo (le gestioni Vivarini e Greco messe insieme avevano portato ad un magro bottino di 22 gol realizzati in 26 partite, una media di 0,85 reti a partita), ma anche la pericolosità di un avversario che ha ottenuto gran parte del bottino negli scontri diretti.

La difesa resta comunque molto fragile con 50 gol subiti (3 in più rispetto alla Salernitana), la sesta peggiore del campionato a parimerito con il Modena. Sotto la gestione di mister Bianco, il Frosinone ha raccolto il pallone in fondo al sacco 12 volte in altrettante partite (1 a partita), ottenendo soltanto 3 clean sheet contro Carrarese, Sampdoria e Sassuolo. Una squadra che segna, ma che concede anche parecchio. Certo, la Salernitana sotto Marino ha totalizzato 9 gol fatti (1,5 partita) e 5 subiti (0,83 a partita) in 6 partite condite da 2 clean sheet contro Mantova e Cittadella, ma i numeri restano piuttosto simili e ciò va a vantaggio dei ciociari che possono godere del miglior piazzamento in classifica.

Il giocatore più rappresentativo della rosa ciociara, al momento, è l’ex granata Emil Bohinen. Il regista norvegese, arrivato a gennaio in prestito dal Genoa, ha contribuito con 3 gol (di cui quello pesantissimo col Sassuolo) e 1 assist in 12 partite alla rimonta play-out dei laziali. Un calciatore ritrovato dopo gli acciacchi che ne hanno condizionato il rendimento negli ultimi 2 anni e mezzo.

La squadra di Bianco ha adottato diversi schemi, sapendosi ben adattare alle situazioni e agli avversari affrontati. Contro la Salernitana, il tecnico foggiano era partito schierando un 4-3-3, affidandosi ad un centrocampo dinamico e alla spinta costante dei terzini nonostante un baricentro abbastanza basso per dare equilibrio alla squadra. Lo schema è stato utilizzato prettamente negli scontri diretti, mentre contro squadre di alta classifica come Pisa, Spezia, Palermo e Sassuolo, Bianco non ha disdegnato il passaggio a schemi come il 3-4-3, il 4-1-4-1 o il 3-5-2 per avere maggiore solidità difensiva.

La formazione tipo, schierata con il 4-3-3, prevede: Cerofolini tra i pali; difesa con J. Oyono e Marchizza terzini, mentre al centro agiscono Monterisi e Bettella  (o Lucioni); a centrocampo, Bohinen agisce davanti la difesa supportato da Vural e Kone come mezzali; in attacco, Ambrosino punta centrale sostenuto da Partipilo e Begic  (o Kvernadze) sulle fasce.

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Il Frosinone, come la Salernitana, ad un certo punto della stagione sembrava spacciato e condannato alla retrocessione. Due esoneri e un campionato al di sotto delle aspettative sembravano il preludio per una retrocessione diretta in C, eppure l’arrivo di Paolo Bianco ha dato un’ulteriore speranza di sopravvivenza ai ciociari. Ecco come la formazione laziale ha dato una sterzata alla stagione, ottenendo una seconda chance di salvezza ai play-out.

Il Frosinone di mister Bianco: dal baratro alla speranza

Alla vigilia di Salernitana-Frosinone del 23 febbraio 2025, i ciociari erano una squadra totalmente allo sbando.


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Penultimi in classifica, zona salvezza lontana 5 punti e due cambi in panchina non sono un buon biglietto da visita. Gli esoneri di Vivarini e Greco avevano gettato nello sconforto un ambiente che era reduce da una beffarda quanto atroce retrocessione dalla Serie A. La certezza che questa non sarebbe stata la stagione del pronto riscatto con annesso ritorno in massima serie ha creato il panico in casa Frosinone. Anzi, si stava addirittura prefigurando la possibilità del doppio capitombolo in C.

Pochi giorni prima della trasferta di Salerno, viene presentato il terzo allenatore di questa stagione, Paolo Bianco. Il trainer pugliese è reduce da una stagione non molto positiva al Modena, ma può contare sul sostegno del DS Guido Angelozzi che lo ha avuto a Sassuolo come allenatore delle formazioni giovanili neroverdi.

L’esordio all’Arechi vede una squadra che mantiene intatto il suo 4-3-3, ma nonostante il blocco mentale dovuto alla difficile situazione di classifica, non rinuncia a giocare. Chiude il primo tempo dominando e avanti per 1-0 grazie al gol di Partipilo, salvo poi soffrire nella ripresa con due espulsioni (Di Chiara e Kone) e accontentarsi dell’1-1 firmato dall’ex di giornata Ghiglione. Da qui inizia la grande rincorsa dei ciociari alla salvezza e un nuovo campionato, perché si tratta di un punto che ha scosso l’ambiente e dato speranza.

 La rimonta che ha momentaneamente scongiurato la salvezza

Il problema principale del Frosinone formato 2024-2025 è un attacco fondamentalmente sterile.

La fase offensiva è stata aspramente criticata dai tifosi per quasi tutta la stagione, vista la scarsa vena realizzativa del trio d’attacco composto da Ambrosino, Partipilo e Begic (solamente 9 gol in tre). E dalla panchina, lo score non migliora di molto (10 gol messi a segno da Canotto, Pecorino, Kvernadze, Distefano, Cuni e Ghedjemis, con Tsadjout e Barcella addirittura a secco). A questo punto, i gol passano dal collettivo, dall’apporto anche da parte degli altri reparti (centrocampo e difesa hanno contribuito con 8 gol a testa).

I ciociari, sotto la gestione Bianco, ottengono una serie di 8 risultati utili consecutivi, frutto di 4 pareggi (Salernitana, Cosenza, Cesena e Spezia) e 4 vittorie (Mantova, Carrarese, Brescia e Sampdoria) che valgono 16 punti totali su 24 disponibili, di cui 15 dagli scontri diretti. Una media da alta classifica che permette ai gialloblù di riaggiustare la propria posizione in graduatoria: dodicesimi a 39 punti, +4 sulla zona calda a 4 giornate dalla fine della regular season.

Il primo stop arriva il 1° maggio con la sconfitta per 1-0 sul campo del Pisa. Una caduta che porta a compimento una mini-crisi di 6 partite senza vittorie (compresi gli ultimi 3 pareggi della serie positiva) insieme al pari con il Cittadella e alla successiva sconfitta con il Palermo. Ciò fa ripiombare il Frosinone nella zona calda della classifica e la vittoria nella trasferta di Reggio Emilia contro il Sassuolo già promosso all’ultima curva diventa obbligatoria. Il gol di Bohinen su rigore per l’1-0 finale (con annesso cambio modulo verso un più prudente 3-5-2) e la mancata vittoria della Sampdoria a Castellammare di Stabia consentono ai ciociari di giocarsi la salvezza ai play-out contro la Salernitana col vantaggio di due risultati su tre.

20 punti in 12 partite di gestione Bianco diventano un dato sicuramente preoccupante per i granata, comunque reduci anche loro da un percorso con Marino di 12 punti in 6 partite. La media-punti è pressoché identica (1,7 Bianco, 2 Marino) e ciò renderà incerto questo doppio confronto al cardiopalma.

Schema di gioco, punti di forza e debolezze dei ciociari

Da quando è arrivato al Frosinone, Paolo Bianco ha sicuramente dato un’impronta alla squadra, cosa certificata dai 20 punti conquistati in 12 partite.

Già parlato di un attacco poco prolifico a livello di reparto (19 gol distribuiti tra 9 attaccanti diversi), il punto forte resta l’incredibile capacità di mandare a segno diversi giocatori. I gialloblù hanno realizzato 37 reti in totale nel corso del campionato (terzo peggior attacco alla pari della Salernitana), ma a ciò hanno contribuito in totale 20 giocatori diversi. Il capocannoniere della squadra con i suoi 5 gol è il nazionale italiano Under-21 Giuseppe Ambrosino, attaccante scuola Napoli classe 2003 alla sua terza stagione in B dopo le esperienze con Como, Catanzaro e Cittadella.

Dall’arrivo di Bianco, il Frosinone è andato a segno 15 volte in 12 partite (1,25 a partita), rimanendo a secco soltanto nelle sconfitte contro Pisa e Palermo. Un dato che spiega non solo il cambio di marcia sostanziale adoperato dai ciociari a livello realizzativo (le gestioni Vivarini e Greco messe insieme avevano portato ad un magro bottino di 22 gol realizzati in 26 partite, una media di 0,85 reti a partita), ma anche la pericolosità di un avversario che ha ottenuto gran parte del bottino negli scontri diretti.

La difesa resta comunque molto fragile con 50 gol subiti (3 in più rispetto alla Salernitana), la sesta peggiore del campionato a parimerito con il Modena. Sotto la gestione di mister Bianco, il Frosinone ha raccolto il pallone in fondo al sacco 12 volte in altrettante partite (1 a partita), ottenendo soltanto 3 clean sheet contro Carrarese, Sampdoria e Sassuolo. Una squadra che segna, ma che concede anche parecchio. Certo, la Salernitana sotto Marino ha totalizzato 9 gol fatti (1,5 partita) e 5 subiti (0,83 a partita) in 6 partite condite da 2 clean sheet contro Mantova e Cittadella, ma i numeri restano piuttosto simili e ciò va a vantaggio dei ciociari che possono godere del miglior piazzamento in classifica.

Il giocatore più rappresentativo della rosa ciociara, al momento, è l’ex granata Emil Bohinen. Il regista norvegese, arrivato a gennaio in prestito dal Genoa, ha contribuito con 3 gol (di cui quello pesantissimo col Sassuolo) e 1 assist in 12 partite alla rimonta play-out dei laziali. Un calciatore ritrovato dopo gli acciacchi che ne hanno condizionato il rendimento negli ultimi 2 anni e mezzo.

La squadra di Bianco ha adottato diversi schemi, sapendosi ben adattare alle situazioni e agli avversari affrontati. Contro la Salernitana, il tecnico foggiano era partito schierando un 4-3-3, affidandosi ad un centrocampo dinamico e alla spinta costante dei terzini nonostante un baricentro abbastanza basso per dare equilibrio alla squadra. Lo schema è stato utilizzato prettamente negli scontri diretti, mentre contro squadre di alta classifica come Pisa, Spezia, Palermo e Sassuolo, Bianco non ha disdegnato il passaggio a schemi come il 3-4-3, il 4-1-4-1 o il 3-5-2 per avere maggiore solidità difensiva.

La formazione tipo, schierata con il 4-3-3, prevede: Cerofolini tra i pali; difesa con J. Oyono e Marchizza terzini, mentre al centro agiscono Monterisi e Bettella  (o Lucioni); a centrocampo, Bohinen agisce davanti la difesa supportato da Vural e Kone come mezzali; in attacco, Ambrosino punta centrale sostenuto da Partipilo e Begic  (o Kvernadze) sulle fasce.

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