Georgios Kyriazis: “Cerco sempre di seguire la Salernitana”
Sessantatre presenze con la Salernitana, condite anche da tre reti. Nella stagione 2008-09 è stato il giocatore con più presenze in maglia granata. Per lui si è re-inserita la storica maglia numero 4 di capitan Breda. Oggi negli USA, ma grazie a questa esperienza spera di tornare in Italia come allenatore. Stiamo parlando di Georgios Kyriazis, muro greco che gentilmente ci ha concesso un po’ del suo tempo.
Ciao Georgios, grazie davvero della tua disponibilità, nonostante il fuso orario. Iniziamo con la prima domanda: la tua carriera in Europa inizia e “finisce” con l’Iraklis nella tua terra, in Grecia. Quanto è facile o difficile per un giocatore greco approdare e confermarsi in Italia o nel calcio che conta?
“Non è facile per niente, purtroppo. Il calcio italiano ha una mentalità diversa. E’ molto più fisico ma soprattutto tattico. Per un giocatore cresciuto in Grecia abituato a giocare un calcio ellenico non molto dettagliato ha bisogno di molto più tempo. L’unica cosa che ti porta a “velocizzare” un po’ l’apprendimento è imparare subito la lingua”.
Il ricordo più bello e quello meno bello durante il periodo a Salerno?
“Ad essere sincero tutti e due gli anni in cui sono stato in granata sono stati meravigliosi. Non ricordo qualcosa diverso se non la passione per la maglia. Una bellissima esperienza, tante belle partite e lo stadio sempre pieno. E’ una piazza stupenda, caldissima e importante. Sono stato felicissimo nei miei due anni lì, forse solo l’ultimo anno è stato un po’ incerto. Tra la società, il presidente, quello che è successo purtroppo è rimasto come un mio grande rammarico perché non volevo “chiudere” la parentesi granata come poi è finita…”.
Sei stato il giocatore con più presenze totali nella stagione 2008-09, un buon record per quell’annata.
“Sì, infatti personalmente è stato l’anno e l’esperienza più bella. E’ sempre importante per un giocatore registrare il maggior numero di presenze. Questo sta a significare che fortunatamente non subisci infortuni, più o meno gravi, stai fisicamente bene e quindi stai aiutando la squadra”.
Cosa non ha funzionato nell’annata 2009-10 e se il rapporto presidente-giocatori quell’anno era davvero ai minimi termini.
“Purtroppo quell’annata non è stata la migliore, sia per il club che per noi giocatori. I rapporti non erano dei migliori. Purtroppo quando all’interno di un club i rapporti non sono quelli giusti tutto va a discapito dei risultati, dell’umore che si respira nello spogliatoio e di tante altre cose che, mi capirai, non voglio parlare perché non sarebbe corretto. Ti posso solo dire che è stata un’annata molto ma molto difficile per noi e per i tifosi che non ci hanno mai fatto mancare niente”.
Tre allenatori nella stagione 2008-09 (Castori-Mutti-Brini) tre allenatori nella successiva 2009-10 (Brini-Cari-Grassadonia) e tre idee diverse. Chi meritava di più?
“Sono stati tutti bravi allenatori anche con personalità diverse. Castori è stato il mio primo allenatore appena arrivato. Un allenatore grintoso, passionale, che mi ha aiutato molto tatticamente. Un altro allenatore che mi ha colpito particolarmente fu Grassadonia, un allenatore giovane, con tante idee e con una filosofia di gioco molto vicina alla mia. Lavorava sul campo coinvolgendo tutti e godeva anche della stima di tanti altri miei compagni di squadra”.
C’è qualcuno tra i vecchi compagni di squadra con cui ti senti ancora?
“Non è facile mantenere i rapporti con alcuni giocatori di cui ho avuto il piacere di giocare, sia per orari (ora sono negli USA) sia per le varie esperienze che stiamo facendo. Quando stavo a Salerno avevo un rapporto splendido con tutti ma in particolare con Pestrin e Soligo. Ad oggi l’unica persona che sento ancora quasi sempre è il capitano, Luca Fusco, forte di una bella amicizia anche fuori dal campo. Anche le nostre mogli sono molto amiche e si sentono spesso”.
Segui ancora la Salernitana, e soprattutto, dove può arrivare quest’anno?
“Cerco di seguire la Salernitana come cerco di seguire tutte le squadre in cui ho giocato. Purtroppo non è facile ma per fortuna usando vari siti sportivi cerco sempre di avere un’idea su cosa stanno facendo le mie squadre. La Salernitana quest’anno ha iniziato bene anche se è presto fare pronostici. Il campionato è lunghissimo e quindi quello che è importante è avere sempre la rosa disponibile fino alla fine. Il supporto dei tifosi sicuramente sarà l’arma in più perchè Salerno ha una piazza caldissima e un supporto formidabile. Il mister Colantuono è una persona validissima e spero che il suo apporto alla squadra porterà tante cose positive, e perché no anche la promozione in A”.
La tua ultima esperienza da giocatore si chiama Rochester Rhinos, negli USA. Che tipo di calcio è questo americano e quali sono i tuoi progetti futuri?
“Sì, la mia ultima esperienza da giocatore è stata qui a Rochester, dove vivo, nella squadra dei Rhinos. E’ un campionato totalmente differente da quello europeo in generale. Un calcio che sta crescendo velocemente. Ci sono tantissimi giovani che si stanno appassionando al calcio, tante società stanno investendo in strutture giovanili per permettere ai tanti giovani di firmare contratti professionali in modo da lanciarsi sui grandi palcoscenici internazionali. Sto lavorando a questa squadra, magari in un futuro potrei diventare l’allenatore, perché questo ruolo è un ruolo che mi appassiona tantissimo. Sto seguendo anche tanti corsi per avere il patentino da allenatore e spero un domani di realizzarlo”.
In un futuro torneresti in Italia o a Salerno con qualche profilo che ti si addice?
“Senz’altro! Quello che sto facendo qui è studiare e perfezionare il ruolo di “manager” in primis e poi seguire corsi per allenatore. Mi sono anche laureato qui seguendo corsi di Sport Management. Parlo tre lingue, ho esperienza nel calcio quindi conosco il gioco… insomma qualora mi si presentasse l’opportunità la valuterei molto volentieri, lascio sempre la porta aperta… non si sa mai!”.
Grazie Georgios e in bocca al lupo per tutto!
“Ciao a tutti voi e grazie”.