Peppe: un nomignolo da pronunciare tutto d’un fiato. Così si è fatto conoscere il Poeta del basket tricolore: Giuseppe da Battipaglia è arrivato a quella finale-scudetto che non aveva mai disputato nella sua lunga carriera da giocatore.
Giuseppe Poeta e il sogno dello scudetto
Chi avrebbe scommesso su un esordiente, nonostante avesse iniziato il suo apprendistato sotto l’alto magistero di Ettore Messina a Milano, senza dimenticare il suo lavoro da scout in Nazionale? E invece, alla sua prima esperienza da capoallenatore, Giuseppe Poeta ha conquistato tutto il basket italiano, cavalcando il dorso di una Leonessa che è diventata la squadra più bella da vedere di tutta la Serie A.
Non era facile raccogliere il testimone da Alessandro Magro, l’allenatore che aveva portato la Germani Brescia a vincere il primo trofeo della sua storia (la Coppa Italia 2023) e a disputare la semifinale-scudetto nella passata stagione. Di più: sembrava impossibile persino avvicinare quei risultati, un po’ perché Poeta era un novizio della panchina, molto per i sacrifici della passata estate (John Petruccelli su tutti, ma anche C.J. Massinburg e Nicola Akele).
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E invece, il nostro bardo ha fatto il miracolo: in un campionato incerto e appassionante, con le superpotenze delle metropoli in apnea dopo una disastrosa campagna europea, Brescia, Trento e la neopromossa Trapani (al netto delle vicende societarie che hanno portato alla penalizzazione dei siciliani nella prossima LBA) hanno dimostrato che un altro basket è possibile. Con una grossa differenza, però: a differenza dei bianconeri (che pure hanno conquistato con pieno merito la Coppa Italia) e dei granata siciliani, la Leonessa non è rimasta una (pur bella) incompiuta.
La finale per il titolo dal 12 giugno
Certo: le riconferme pesanti di Miroslav Bilan – l’unico lungo che sia degno di sedere allo stesso tavolo di Nikola Mirotic e Tornike Shengelia – e Amedeo Della Valle, semplicemente il miglior marcatore italiano dell’ultimo biennio, hanno aiutato Poeta a preparare il suo esordio in panchina con una certa serenità. Nessuno, però, avrebbe scommesso su una Germani da corsa, capace di castigare tutte le grandi e – dopo un periodo di relativa flessione – restare a galla nella stagione regolare, poi chiusa al 3° posto.
Il 3-1 alla Pallacanestro Trieste (nonostante il black-out di gara-2) e il successivo 3-0 alla favoritissima Trapani sono il manifesto della poetica del Poeta, teorico di un basket dinamico e veloce, in cui l’abusatissimo tiro da 3 punti non è l’unica opzione offensiva. Tanto fosforo non solo in attacco, ovviamente: Brescia è una squadra che sa come si difende, soprattutto nei finali in volata. Come quello di gara-3 contro la Shark, che pure ha avuto la palla per allungare la serie.
Non sappiamo se Poeta e la Germani – guidata nella serie contro Trapani da uno splendido Nikola Ivanovic – riusciranno a interrompere l’egemonia della Virtus Bologna e dell’Olimpia Milano, scudettate senza interruzioni dal 2021. Di sicurò, però, sappiamo che il numero 1 degli allenatori italiani si chiama Peppe. Ed è un guaglione come noi.