Cade di misura anche a Marassi la Salernitana, nella penultima giornata di serie B.
Nella gara più importante della stagione i granata steccano la prestazione e rimediano la sconfitta numero 18 in campionato. Bersagliera al terzultimo posto meritatamente.
Nell’ultima giornata Ferrari e compagni sono chiamati a compiere l’impresa a Cittadella e sperare in risultati favorevoli dagli altri campi.
Poco o nulla offre la compagine di Marino in campo nell’arco dei novanta minuti. Il trainer siciliano sceglie la linea della continuità rispetto alla gara col Mantova. Dentro Zuccon, Soriano, Verde e Cerri dal primo minuto.
Granata a caccia dello 0-0 con un atteggiamento rinunciatario, sebbene la fase difensiva sia compatta ed abbastanza efficace.
La Samp detiene il pallino del gioco in maniera piuttosto sterile, Niang tuttavia impensierisce non poco la difesa ospite. Depaoli costringe Corazza a stazionare basso sulla fascia di competenza.
Scorre via un primo tempo avaro di grosse emozioni, tranne una traversa del centravanti blucerchiato. Nel recupero l’episodio che deciderà la gara. I padroni di casa trovano il vantaggio sugli sviluppi di azione da corner con la Salernitana in bambola nelle marcature in area di rigore.
Si va al riposo in svantaggio nella bolgia dello stadio Ferraris, tinto di colori di casa da oltre 30.000 spettatori. I circa 2000 sostenitori granata sperano in una reazione della squadra.
Nel secondo tempo, complice anche l’ingresso sul terreno di gioco di Hrustic, la Salernitana manovra maggiormente la palla e prova i cambi repentini di gioco, specialmente su Corazza.
Ma l’attacco continua ad avere le polveri bagnate e poche reali occasioni. Un evanescente Cerri lascia il posto a Simy, ma sotto porta la musica non cambia. Salernitana troppo leziosa, Verde su tutti, consuetamente poco incisivo rispetto alle doti tecniche.
Inutili e forse tardivi i cambi successivi operati da Marino (Raimondo e Tongya). Si salva solo la solita verve di Amatucci, lasciato solo a combattere contro avversari più affamati di salvezza rispetto alla maggior parte dei suoi compagni.
La Samp controlla il vantaggio rintanata a ridosso della propria area di rigore, i granata faticano a sfondare ed a trovare la stoccata del prezioso pareggio. Raimondo e Ferrari ciabattano i due palloni più ghiotti.
Matura così l’ennesima sconfitta di un campionato scellerato.
I risultati delle altre nemmeno aiutano. (più o meno Inaspettatamente) il Bari cade a Cittadella e la Reggiana è corsara a Castellammare, ma è ormai inutile e tardivo fare dietrologia. Le grandi manovre sono sempre esistite nei finali di torneo a tutti i livelli e facilitano le società maggiormente presenti ed allineate alle politiche di Lega e FIGC. Salernitana in piena zona retrocessione e ad una lunghezza da Brescia, Sampdoria e Frosinone.
Tanta delusione ed amarezza per Salerno, per i salernitani, per una piazza che vive di passione per la propria squadra del cuore, per il proprio simbolo. Sta maturando un’altra immeritata umiliazione targata Danilo Iervolino e company, a fronte del cosiddetto piano di rilancio triennale.
Superfluo rimarcare ancora una volta come il programma di rafforzamento invernale, l’avvicendamento di DS, la girandola di allenatori e i premi salvezza non abbiano sortito alcun effetto sul più probabile epilogo di una sciagurata stagione. Servivano 44 punti per mantenere la categoria (25-26 dall’avvento di Breda). Lo scommettitore di Palma Campania col foulard al petto ha puntato su tutti cavalli perdenti.
Purtroppo le 19 partite tra l’esonero di Martusciello e l’avvento di Marino sono state devastanti. Al resto hanno provveduto i risultati miracolosi apparecchiati sugli altri campi, ma la Salernitana deve prendersela solo con se stessa per i disastri fatti in questa stagione che sono anche peggiori di quelli della scorsa annata. A Cittadella sarà uno spareggio ma ora non dipende solo da ciò che accadrà al Tombolato. Il destino non è più solo nelle mani della Bersagliera.
Si salvi chi può!