«Lentamente muore»: un celebre verso di Pablo Neruda per descrivere il declino (forse irreversibile) dell’intero movimento cittadino salernitano. Che, dopo la retrocessione della sua squadra di calcio e il trasloco del Power Basket a Nocera Inferiore, registra la defezione della Roller Salerno, che non parteciperà al prossimo campionato di Serie A2.
La Roller Salerno non parteciperà alla prossima A2
Il passo indietro della Roller si è concretizzato a poche settimane dall’inizio dei lavori di ristrutturazione dello stadio “Arechi” e del vicino campo di allenamento, che comporteranno anche l’abbattimento del PalaTulimieri. Inutile aggiungere che Salerno non ha un impianto attrezzato per ospitare le gare di hockey su pista. E l’ipotesi di trovare ospitalità altrove sarebbe insostenibile a livello economico. Da qui la scelta di ripartire dalla Serie B, sfruttando il piccolo impianto di Eboli, omologato per il torneo cadetto.
Tuttavia, la questione non riguarda la categoria in cui la Roller continuerà a giocare, quanto la stessa sopravvivenza del club, che presidia da un quarantennio l’intero settore della rotellistica, in cui rientrano il pattinaggio di corsa e il pattinaggio di figura. E, ancora una volta, la città non si è dimostrata all’altezza della domanda di sport che arriva dalle società e dagli stessi praticanti.
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Come abbiamo già scritto altre volte, non è semplice amministrare la cosa pubblica in una fase storica così complicata, a maggior ragione perché le amministrazioni hanno margini di manovra piuttosto limitati. Tuttavia, è evidente a tutti che il Comune di Salerno non abbia a cuore il suo movimento sportivo. E se qualcuno pensa che le manifestazioni di encomio o gratitudine possano sostituirsi ai fatti e ai gesti concreti, beh, si sbaglia di grosso.
I successi della PDO e della Rari Nantes non sono certo ascrivibili all’intraprendenza delle istituzioni locali, ma soltanto al lavoro spesso silenzioso di presidenti e dirigenti mossi da una passione che costa tanto, tantissimo. Non è soltanto questione di budget, ovviamente: i club salernitani devono fare i conti con l’ormai cronica indisponibilità di impianti e strutture all’altezza di una città che – per riprendere uno slogan caro al presidente uscente della Campania, nonché ex sindaco di Salerno – si autodefinisce europea. Così vicina all’Europa da non avere un palasport in cui ospitare eventi di livello nazionale, con la parziale eccezione del PalaSilvestri.
L’imbarazzante silenzio degli amministratori locali di fronte all’esodo delle società sportive – senza contare i club che hanno deciso di abbassare le serrande, in testa l’Alma Salerno di calcio a 5 – denota l’assenza di qualunque politica sportiva in città. A meno che non ci sia qualche vittoria da cavalcare, tanto per alleggerirsi la coscienza.
L’amaro comunicato del club granata
I vertici della Roller hanno diffuso una nota sui social network per spiegare le ragioni di questa dolorosa decisione:
«La Pattinaggio Roller Salerno comunica, con rammarico e rabbia, la decisione di non iscrivere la squadra al Campionato di Serie A2, proprio per l’impossibilità di allenarci e giocare in una struttura adeguata. Ci siamo iscritti alla Serie B con la speranza di trovare una pista adeguata per disputare le poche gare di questa categoria, ma il vero problema resta: non abbiamo una nostra casa. Il PalaTulimieri non è solo pattinaggio: è anche uno spazio fondamentale per praticare calcio a 5, pallavolo, pallamano e basket. Una struttura polifunzionale, indispensabile per lo sport cittadino».
La dirigenza ha poi chiamato in causa le istituzioni: «Invece di spendere oltre 7 milioni di € per una tribuna provvisoria del campo Volpe, perché non investire nel riammodernamento del Palatulimieri? Sarebbe una scelta sensata e sostenibile per tutti i giovani sportivi salernitani. Lo sport non è intercambiabile: questa è un’attività tecnica e specifica. Non puoi dire: “Non faccio pattinaggio, pratico il calcio”. Rischiamo di cancellare 40 anni di lavoro, passione e crescita sportiva. Chiediamo un ripensamento, nell’interesse di centinaia di ragazzi e famiglie. Lo sport ha bisogno di spazi, strutture e rispetto. L’abbattimento del PalaTulimieri rischia di spegnere un intero movimento sportivo cittadino».
Una nota ineccepibile nel metodo e nel merito, alla quale si può muovere solo un’obiezione: il movimento sportivo salernitano non rischia di spegnersi. Al contrario, sta morendo lentamente. Proprio come suggerisce il poeta.