mercoledì 14 05 25
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Andrea Schiavone: “Quest’anno le scelte fatte non hanno portato i risultati sperati”

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Alle 15 la Salernitana ospiterà il Sudtirol allo stadio “Arechi”: il doppio ex Andrea Schiavone è intervenuto ai microfoni di SalernoSport24. Di seguito le sue parole sul periodo dei granata.

Salernitana, le parole di Schiavone

La Salernitana in cui lei ha militato era molto solida e compatta e ciò ha permesso di raggiungere la Serie A. Cosa c’era in quel gruppo che oggi sembra mancare?

«Sono arrivato a mercato inoltrato in quella squadra, ma ho notato subito che i giocatori che erano lì da tanti anni avevano un senso di appartenenza importante. I vari di Tacchio, Djuric, Lopez, erano giocatori esperti che hanno permesso a tutti i ragazzi nuovi di inserirsi nei migliori dei modi. Il gruppo che si è formato ha fatto la differenza e si è riusciti a centrare l’obiettivo. La forza del gruppo è stato sempre quello che ci ha trainato durante tutta la stagione, forse è questo che manca quest’anno. Con tanti cambi di allenatori e tanti giocatori nuovi, forse vengono a mancare delle basi solide per costruire una stagione importante».

Abbiamo visto che la Salernitana ha cambiato nuovamente tecnico. Quanto incide sul rendimento del gruppo e della squadra il cambio frequente di allenatore ?

«A volte cambiare allenatore può dare una svolta alla stagione, altre volte invece i problemi sono dettati da altri motivi e non dipendono solo dal mister. Quest’anno le scelte fatte non hanno portato i risultati sperati, a gennaio è stato sostituito anche il direttore sportivo: ci sono stati dei cambi abbastanza importanti. Da fuori è sembrata una stagione in cui c’è stata un po’ di confusione generale e questo non ha fatto bene neanche ai giocatori».

Quando si rischia la retrocessione si tende a dare la colpa a tanti fattori. Ma dal punto di vista di un calciatore, qual è la prima cosa che si rompe quando una stagione inizia a girare male?

«Le responsabilità non sono mai di una sola persona, ma in questo caso coinvolgono un po’ tutti. Le colpe sono un po’ da dividersi tra tutti quanti, però è chiaro che quando i risultati non arrivano si fa un po’ fatica a credere nel lavoro che si fa durante la settimana, quindi anche l’allenatore può perdere credibilità o l’umore della squadra non è dei migliori… una serie di fattori che fanno sì che non si lavori bene in settimana e di conseguenza non si renda la domenica».

Il Südtirol è una realtà in crescita. Quali sono secondo lei i punti di forza del progetto?

«Il Sudtirol è da qualche anno che fa la categoria: è una squadra che da sempre fa dell’umiltà, della forza e del sacrificio le sue armi. Sinceramente non credo che la Salernitana debba guardare quello che fanno gli altri, ma ritrovare lo spirito battagliero che è necessario per la Serie B».

La Salernitana può raggiungere la salvezza? Cosa servirà per il rush finale?

«Sicuramente sì, perché comunque ci sono ancora dei punti in palio. A mio avviso l’obiettivo ad oggi deve essere il raggiungimento dei play-out, perché arrivare a una salvezza tramite questi ultimi non è cosa di cui vergognarsi. Poi è chiaro che se raggiunge una salvezza senza passare dai play-out tanto meglio, ma ad oggi la vedo un po’ difficile anche se comunque, guardando il calendario, la Salernitana ha tanti scontri diretti, i più importanti in casa. Io credo che a livello di organico è una squadra che può far bene e magari facendo un filotto positivo può scavalcare qualche squadra e raggiungere la salvezza».

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La Salernitana in cui lei ha militato era molto solida e compatta e ciò ha permesso di raggiungere la Serie A. Cosa c’era in quel gruppo che oggi sembra mancare?

«Sono arrivato a mercato inoltrato in quella squadra, ma ho notato subito che i giocatori che erano lì da tanti anni avevano un senso di appartenenza importante. I vari di Tacchio, Djuric, Lopez, erano giocatori esperti che hanno permesso a tutti i ragazzi nuovi di inserirsi nei migliori dei modi. Il gruppo che si è formato ha fatto la differenza e si è riusciti a centrare l’obiettivo. La forza del gruppo è stato sempre quello che ci ha trainato durante tutta la stagione, forse è questo che manca quest’anno. Con tanti cambi di allenatori e tanti giocatori nuovi, forse vengono a mancare delle basi solide per costruire una stagione importante».

Abbiamo visto che la Salernitana ha cambiato nuovamente tecnico. Quanto incide sul rendimento del gruppo e della squadra il cambio frequente di allenatore ?

«A volte cambiare allenatore può dare una svolta alla stagione, altre volte invece i problemi sono dettati da altri motivi e non dipendono solo dal mister. Quest’anno le scelte fatte non hanno portato i risultati sperati, a gennaio è stato sostituito anche il direttore sportivo: ci sono stati dei cambi abbastanza importanti. Da fuori è sembrata una stagione in cui c’è stata un po’ di confusione generale e questo non ha fatto bene neanche ai giocatori».

Quando si rischia la retrocessione si tende a dare la colpa a tanti fattori. Ma dal punto di vista di un calciatore, qual è la prima cosa che si rompe quando una stagione inizia a girare male?

«Le responsabilità non sono mai di una sola persona, ma in questo caso coinvolgono un po’ tutti. Le colpe sono un po’ da dividersi tra tutti quanti, però è chiaro che quando i risultati non arrivano si fa un po’ fatica a credere nel lavoro che si fa durante la settimana, quindi anche l’allenatore può perdere credibilità o l’umore della squadra non è dei migliori… una serie di fattori che fanno sì che non si lavori bene in settimana e di conseguenza non si renda la domenica».

Il Südtirol è una realtà in crescita. Quali sono secondo lei i punti di forza del progetto?

«Il Sudtirol è da qualche anno che fa la categoria: è una squadra che da sempre fa dell’umiltà, della forza e del sacrificio le sue armi. Sinceramente non credo che la Salernitana debba guardare quello che fanno gli altri, ma ritrovare lo spirito battagliero che è necessario per la Serie B».

La Salernitana può raggiungere la salvezza? Cosa servirà per il rush finale?

«Sicuramente sì, perché comunque ci sono ancora dei punti in palio. A mio avviso l’obiettivo ad oggi deve essere il raggiungimento dei play-out, perché arrivare a una salvezza tramite questi ultimi non è cosa di cui vergognarsi. Poi è chiaro che se raggiunge una salvezza senza passare dai play-out tanto meglio, ma ad oggi la vedo un po’ difficile anche se comunque, guardando il calendario, la Salernitana ha tanti scontri diretti, i più importanti in casa. Io credo che a livello di organico è una squadra che può far bene e magari facendo un filotto positivo può scavalcare qualche squadra e raggiungere la salvezza».

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