Il ricorso al TAR della Salernitana tiene ancora banco, scuotendo l’intero sistema calcistico professionistico di Serie B e C. L’avvocato Anna Cerbara, ospite del programma A Tutta C su TMW Radio, offre una chiave di lettura lucida e approfondita su quanto sta accadendo, tra giustizia sportiva, problemi strutturali e proposte di cambiamento.
Ricorso della Salernitana: «Le possibilità di successo sono molto basse»
Negli ultimi giorni, la vicenda del ricorso al TAR della Salernitana è diventata uno degli argomenti più discussi nel panorama calcistico. Secondo l’avvocato Cerbara, ospite a TMW Radio, «le possibilità di successo nei ricorsi alla giustizia ordinaria, quando i campionati sono ormai finiti, sono molto basse». Questo perché, spiega, la giustizia sportiva è gelosa della propria autonomia e raramente ammette interferenze esterne.
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Una scelta che non convince tutti: «Prima si sarebbe dovuto giocare il playout tra Salernitana e Frosinone, e solo dopo pensare a un eventuale ripescaggio», sottolinea l’avvocato, evidenziando come la gestione della situazione abbia sollevato molte critiche.
Siamo ormai a luglio e ancora non si ha una decisione definitiva. Per Cerbara, questo ritardo è un problema serio: «Serve maggiore tempestività da parte degli organi di controllo, altrimenti si rischia di inquinare i risultati sportivi». Il campo dovrebbe restare il luogo sovrano, ma questo può accadere solo se i controlli amministrativi e finanziari vengono fatti per tempo, non dopo.
La situazione della Serie C è ancor più preoccupante. «Dal 2011 a oggi, ci sono stati oltre 80 fallimenti e quasi 500 punti di penalizzazione», racconta Cerbara, evidenziando come il campionato viva in uno stato di instabilità cronica.
Secondo l’avvocato, è urgente introdurre «controlli più rigorosi all’atto dell’iscrizione, con una vera due diligence per verificare la sostenibilità delle società».
A chiudere il quadro, una riflessione che fa riflettere: «Al centro di tutto ci sono persone: calciatori, allenatori, impiegati che vedono svanire certezze e stipendi da un giorno all’altro». La crisi del calcio professionistico non colpisce solo il campo di gioco.