Lunedì sera lo stadio Arechi farà da cornice al debutto in Serie C della Salernitana contro il Siracusa. In vista della sfida, SalernoSport24 ha raccolto le riflessioni di un ex protagonista di entrambe le squadre per approfondire prospettive e insidie della gara.
Salernitana-Siracusa, le parole di un ex protagonista
L’esordio casalingo con il Siracusa segnerà per la Salernitana il ritorno in Serie C a dieci anni di distanza. Una sfida che arriva in un momento delicato per entrambe le squadre: i granata reduci dalla delusione in Coppa Italia, mentre gli aretusei nel pieno di forti tensioni societarie. A leggere la partita in chiave tecnica ed emotiva è Giovanni Ignoffo, ex difensore di Salernitana e Siracusa, che conosce a fondo i pregi, le difficoltà e le aspettative delle due piazze.
Da allenatore come valuta le due squadre in vista della partita e quale tipo di gara vedremo all’Arechi?
«Al di là del fatto che la Salernitana ha l’obbligo ovviamente di fare un campionato di vertice e quindi di vincerlo, attualmente non la reputo una squadra completa. Sicuramente devono essere fatti altri innesti […] il Siracusa, che sta vivendo momenti di difficoltà […] è composta da qualche elemento che è rimasto dall’anno scorso, qualche giovane di valore, però non è una squadra attualmente irresistibile».
«Prevedo un match dove la Salernitana sicuramente si dovrà presentare nel miglior dei modi, davanti al proprio pubblico e cercare ovviamente di lasciare meno punti possibili per strada in questa fase, visto che le difficoltà iniziali sono un po’ per tutte. Sicuramente prevedo una Salernitana un po’ arrembante, un po’ più agguerrita sotto l’aspetto prestazionale».
Quali sono le insidie principali che il campionato di Serie C può riservare alla Salernitana?
«È un campionato molto difficile, ostico. Bisogna fare attenzione perché anche la squadra meno attrezzata può creare lo scompiglio ed essere da ostacolo anche per le grandi».
Per Ignoffo, sarà soprattutto il nuovo allenatore a incidere in positivo. «Negli ultimi anni ha fatto buoni campionati nel girone, conosce bene sia i giocatori che comunque il girone stesso».
La sconfitta al primo turno di Coppa Italia ha deluso molto. Da ex calciatore, pensa che la pressione possa pesare sulla squadra?
«Conosco l’ambiente Salerno, non è facile per nessun giocatore. Bisogna essere bravi a isolarsi dai fattori esterni e andare avanti come se avessero un’armatura per quello che è il proprio percorso senza fermarsi a stare lì. Ci sono delle fasi di partita dove una squadra può avere anche un momento di sofferenza e poi i tifosi cominciano a mormorare. Quando la gente in Salerno mormora, l’avverti proprio vicino a te perché c’è una musica spettacolare, uno stadio di altre categorie. Il giocatore deve pensare solo a cercare di fare il meglio possibile e soprattutto il massimo, perché Salerno merita tanto».
Salerno è spesso descritta come una piazza difficile ma anche capace di regalare tanto. Avendo vissuto sia Salerno che Siracusa, quali differenze ha riscontrato?
«Se a te piace giocare a calcio, Salerno è l’emblema del calcio, come tante altre piazze che ci sono in Campania, che ti danno e ti tolgono allo stesso tempo in funzione dei risultati che fai. Io da calciatore tante volte ho scelto più le città, gli ambienti che la categoria. Salerno ne è la dimostrazione. Io ho rinunciato alla Serie B per venire a Salerno perché sapevo quello che mi poteva dare la città Salerno nel caso in cui avessimo ottenuto dei risultati».
«Siracusa è una bellissima piazza soprattutto per la città che è. […] Non ha una dimensione alla portata di Salerno però è una di quelle realtà che può fare molto bene, perché è nel suo DNA, ha quella dimensione. Posso dirti con certezza che il livello della Salernitana è uno step un po’ più alto rispetto a Siracusa, però Siracusa è una città dove si può fare bene anche calcio».
A livello più ampio, come giudica il momento che sta vivendo il calcio campano?
«Il calcio in Campania negli ultimi vent’anni si è mostrato sempre molto bene, ho riscontrato sempre tanta passione ma allo stesso tempo anche tanta competenza da parte degli addetti ai lavori e da parte delle società che operano nel calcio. Per questo la Campania può contare sul Napoli in Serie A, fino a poco tempo fa anche sulla Salernitana. Piazze come Avellino, Juve-Stabia che fanno la Serie B, piazze come Benevento e Salernitana […] il Sorrento, il Giugliano, fanno parte di questa cerchia di squadre professionistiche. Parliamo già di quasi dieci squadre».
«Io mi sono trovato tantissimo bene in Campania, infatti la maggior parte della mia carriera calcistica è stata disputata là e ne sono fiero, orgoglioso, perché è una terra molto simile alla Sicilia, ma a livello calcistico ha un’espressione diversa, probabilmente anche figlio di imprenditori che hanno investito in piazze campane».
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