domenica 15 06 25
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Ruggeri imbarazzante, follia di Stojanovic, pochissime le note liete. Le pagelle dei granata

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Sampdoria e Salernitana si sono affrontate, nella cornice di Marassi, per l’andata dei play-out salvezza. Di seguito, le pagelle dei granata.

Sampdoria-Salernitana, le pagelle dei granata

Dopo oltre un mese di carte e processi, Sampdoria e Salernitana scendono finalmente in campo per l’andata dei play-out salvezza di Serie B.

Evani deve tenere conto di diverse indisponibilità, tra cui quelle di Altare, Romagnoli, Beruatto e Niang, ma disegna la squadra con un prudente 3-5-2. Rispetto alla gara persa a Castellammare di Stabia contro la Juve Stabia, i blucerchiati si presentano con Veroli, Venuti, Meulensteen e Coda in luogo di Altare, Ioannou, Oudin e Niang. Di contro, Marino si affida allo stesso undici che ha piegato il Cittadella il 12 maggio scorso.

La partita d’andata ha sorriso alla Samp, vittoriosa per 2-0 grazie ai gol di Meulensteen e Curto. Entrambe le squadre hanno chiuso in 10 per le espulsioni di Borini e Stojanovic.

Christensen – Primi minuti da panico, con Sibilli a sfiorare ripetutamente il colpo grosso. Proprio sul rasoterra dell’ex Bari, il portiere danese si è esaltato con un intervento straordinario. Ancora Meulensteen, come a maggio, lo costringe all’incolpevole resa insieme a Curto. 6.

Ruggeri – Non inizia bene, concedendo più volte a Sibilli l’occasione per andare sull’1-0. 1-0 che arriverà comunque nel finale del primo tempo, con lui ancora protagonista in negativo: se lo perde lui a Meulensteen sul cross di A. Ferrari. Va peggio nella ripresa, quando un suo disimpegno errato sulla punizione di Ioannou favorisce il raddoppio di Curto. Sfasato. 4,5.

G.M. Ferrari – Si è reso protagonista di ottime chiusure quando chiamato in causa. Nel secondo tempo ha commesso qualche sbavatura, ma sul secondo gol di Curto è stato semplicemente sfortunato nel rimpallo. 6.

Lochoshvili – Nel primo tempo si rende protagonista di una grande chiusura in contropiede su Sibilli. Nella ripresa inizia ad innervosirsi e provoca con un’ingenuità non da lui il fallo da cui scaturisce il raddoppio. Rimedia in parte causando l’espulsione di Borini con l’aiuto del VAR. 5.

Ghiglione – Ha avuto tempi e modi per poter far male anche dal suo lato, ma ha sempre pasticciato in maniera tragicomica al momento del dunque. Nella ripresa non migliora il suo rendimento, anche perché condizionato dal giallo preso in avvio. 4,5.

Amatucci – Troppo lento e compassato per poter dare vivacità alla manovra. Non il solito leader carismatico che si è visto nell’arco dell’intera stagione. Servirà un cambio di marcia sostanziale nel ritorno dell’Arechi e questo deve passare anche tra i suoi piedi. 5.

Caligara – Da oggi al 12 maggio scorso ci passano giusto 33 giorni. Marino si aspettava lo stesso lavoro di raccordo che il centrocampista ex Sassuolo aveva garantito col Cittadella, ma oggi è accaduto esattamente il contrario. Avulso dalla manovra e fuori fase nel pressing, non riesce mai ad entrare nel vivo del gioco. 5. Dall’80’ Soriano – Ha provato a dare verve e vitalità alla manovra con qualche verticalizzazione delle sue. s.v. 

Corazza – Colui che si era rivelato essere l’uomo in più in questo finale di stagione oggi ha mostrato poco e nulla di quanto fatto vedere tra aprile e maggio. In costante difficoltà, non riesce a reggere il pressing blucerchiato e a saltare l’uomo come al suo solito per creare qualche pericolo. Irriconoscibile. 5. Dal 69′ Stojanovic – Era entrato dando pure la scossa giusta, ma la manata su Ioannou che gli sono costati il rosso e la presenza al match di ritorno in un momento così importante della stagione è imperdonabile. 4.

Hrustic – Unica luce nella mediana granata. L’unico che ha provato a scardinare la difesa doriana con qualche invenzione e a cercare la palla giusta per gli attaccanti, ma spesso ha predicato nel deserto. Deliziosa la palla con cui Cerri ha sfiorato il gol della bandiera. 6,5.

Tongya – Tra i più propositivi  nel primo tempo, con i suoi 1 vs 1 con Riccio che hanno fatto tremare in più di un’occasione la retroguardia doriana. Nella ripresa perde efficacia e imprevedibilità, cadendo anche preda del nervosismo in occasione dell’ammonizione. 5,5. Dall’89’ Raimondo – Forse sarebbe servito molto prima il suo ingresso, anche perché con lui in campo ne ha guadagnato anche Cerri. s.v.

Simy – Cerca di far sentire il proprio peso in attacco, ma i difensori doriani con lui hanno vita facile, soprattutto in fase di anticipo. Non riesce mai a rendersi pericoloso dalle parti di Cragno e i suoi ritmi lenti e compassati nelle due fasi non aiutano. 5. Dal 69′ Cerri – Inizialmente fa anche lui fatica ad entrare in partita, poi è lui ad avere la migliore occasione per segnare con un colpo di testa ben respinto dal subentrante Ghidotti, beneficiando anche dell’ingresso di Raimondo. 6.

Marino – In conferenza stampa aveva quasi rassicurato i tifosi dicendo che non sarebbero stati ripetuti gli errori della partita del 9 maggio. Quegli stessi errori non solo si sono ripresentati in maniera puntuale, ma sono addirittura aumentati come in occasione del raddoppio di Curto e dell’espulsione di Stojanovic. I cambi tardivi e un atteggiamento troppo rinunciatario hanno fatto il resto, completando un disastro che potrebbe essere fatale in chiave salvezza. Nel ritorno dell’Arechi servirà la partita perfetta e, attualmente, ciò non sembra troppo nelle corde della Salernitana vista oggi. 5.

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Sampdoria e Salernitana si sono affrontate, nella cornice di Marassi, per l’andata dei play-out salvezza. Di seguito, le pagelle dei granata.

Sampdoria-Salernitana, le pagelle dei granata

Dopo oltre un mese di carte e processi, Sampdoria e Salernitana scendono finalmente in campo per l’andata dei play-out salvezza di Serie B.

Evani deve tenere conto di diverse indisponibilità, tra cui quelle di Altare, Romagnoli, Beruatto e Niang, ma disegna la squadra con un prudente 3-5-2. Rispetto alla gara persa a Castellammare di Stabia contro la Juve Stabia, i blucerchiati si presentano con Veroli, Venuti, Meulensteen e Coda in luogo di Altare, Ioannou, Oudin e Niang. Di contro, Marino si affida allo stesso undici che ha piegato il Cittadella il 12 maggio scorso.

La partita d’andata ha sorriso alla Samp, vittoriosa per 2-0 grazie ai gol di Meulensteen e Curto. Entrambe le squadre hanno chiuso in 10 per le espulsioni di Borini e Stojanovic.

Christensen – Primi minuti da panico, con Sibilli a sfiorare ripetutamente il colpo grosso. Proprio sul rasoterra dell’ex Bari, il portiere danese si è esaltato con un intervento straordinario. Ancora Meulensteen, come a maggio, lo costringe all’incolpevole resa insieme a Curto. 6.

Ruggeri – Non inizia bene, concedendo più volte a Sibilli l’occasione per andare sull’1-0. 1-0 che arriverà comunque nel finale del primo tempo, con lui ancora protagonista in negativo: se lo perde lui a Meulensteen sul cross di A. Ferrari. Va peggio nella ripresa, quando un suo disimpegno errato sulla punizione di Ioannou favorisce il raddoppio di Curto. Sfasato. 4,5.

G.M. Ferrari – Si è reso protagonista di ottime chiusure quando chiamato in causa. Nel secondo tempo ha commesso qualche sbavatura, ma sul secondo gol di Curto è stato semplicemente sfortunato nel rimpallo. 6.

Lochoshvili – Nel primo tempo si rende protagonista di una grande chiusura in contropiede su Sibilli. Nella ripresa inizia ad innervosirsi e provoca con un’ingenuità non da lui il fallo da cui scaturisce il raddoppio. Rimedia in parte causando l’espulsione di Borini con l’aiuto del VAR. 5.

Ghiglione – Ha avuto tempi e modi per poter far male anche dal suo lato, ma ha sempre pasticciato in maniera tragicomica al momento del dunque. Nella ripresa non migliora il suo rendimento, anche perché condizionato dal giallo preso in avvio. 4,5.

Amatucci – Troppo lento e compassato per poter dare vivacità alla manovra. Non il solito leader carismatico che si è visto nell’arco dell’intera stagione. Servirà un cambio di marcia sostanziale nel ritorno dell’Arechi e questo deve passare anche tra i suoi piedi. 5.

Caligara – Da oggi al 12 maggio scorso ci passano giusto 33 giorni. Marino si aspettava lo stesso lavoro di raccordo che il centrocampista ex Sassuolo aveva garantito col Cittadella, ma oggi è accaduto esattamente il contrario. Avulso dalla manovra e fuori fase nel pressing, non riesce mai ad entrare nel vivo del gioco. 5. Dall’80’ Soriano – Ha provato a dare verve e vitalità alla manovra con qualche verticalizzazione delle sue. s.v. 

Corazza – Colui che si era rivelato essere l’uomo in più in questo finale di stagione oggi ha mostrato poco e nulla di quanto fatto vedere tra aprile e maggio. In costante difficoltà, non riesce a reggere il pressing blucerchiato e a saltare l’uomo come al suo solito per creare qualche pericolo. Irriconoscibile. 5. Dal 69′ Stojanovic – Era entrato dando pure la scossa giusta, ma la manata su Ioannou che gli sono costati il rosso e la presenza al match di ritorno in un momento così importante della stagione è imperdonabile. 4.

Hrustic – Unica luce nella mediana granata. L’unico che ha provato a scardinare la difesa doriana con qualche invenzione e a cercare la palla giusta per gli attaccanti, ma spesso ha predicato nel deserto. Deliziosa la palla con cui Cerri ha sfiorato il gol della bandiera. 6,5.

Tongya – Tra i più propositivi  nel primo tempo, con i suoi 1 vs 1 con Riccio che hanno fatto tremare in più di un’occasione la retroguardia doriana. Nella ripresa perde efficacia e imprevedibilità, cadendo anche preda del nervosismo in occasione dell’ammonizione. 5,5. Dall’89’ Raimondo – Forse sarebbe servito molto prima il suo ingresso, anche perché con lui in campo ne ha guadagnato anche Cerri. s.v.

Simy – Cerca di far sentire il proprio peso in attacco, ma i difensori doriani con lui hanno vita facile, soprattutto in fase di anticipo. Non riesce mai a rendersi pericoloso dalle parti di Cragno e i suoi ritmi lenti e compassati nelle due fasi non aiutano. 5. Dal 69′ Cerri – Inizialmente fa anche lui fatica ad entrare in partita, poi è lui ad avere la migliore occasione per segnare con un colpo di testa ben respinto dal subentrante Ghidotti, beneficiando anche dell’ingresso di Raimondo. 6.

Marino – In conferenza stampa aveva quasi rassicurato i tifosi dicendo che non sarebbero stati ripetuti gli errori della partita del 9 maggio. Quegli stessi errori non solo si sono ripresentati in maniera puntuale, ma sono addirittura aumentati come in occasione del raddoppio di Curto e dell’espulsione di Stojanovic. I cambi tardivi e un atteggiamento troppo rinunciatario hanno fatto il resto, completando un disastro che potrebbe essere fatale in chiave salvezza. Nel ritorno dell’Arechi servirà la partita perfetta e, attualmente, ciò non sembra troppo nelle corde della Salernitana vista oggi. 5.

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