Conferenza post mercato per Marco Valentini, direttore sportivo della Salernitana. Nella ‘finestra’ di gennaio il direttore ha portato ben nove giocatori alla corte di Breda.
Valentini commenta il mercato della Salernitana
«Ringrazio tutte le persone che in questo mese mi hanno supportato. È stato un mese diviso in due step. Inizialmente serviva subito dare alla squadra le risorse che servivano, e poi la parte finale. È stato un mese intenso anche sotto l’aspetto fisico. Siamo molto soddisfatti del mercato che abbiamo operato perché abbiamo rinforzato la sqiadra là dove volevamo. È senz’altro una squadra più completa e abbiamo accontentato l’allenatore in tutto ciò che gli serve, anche per modulare l’11 così come avrà bisogno. C’è soddisfazione da parte mia e da parte del club. Come arrivato mi sono sentito insultato da parte di un tifoso in maniera bonaria e la prendo con il sorriso. Mi ‘rimproverava’ di non avere attaccanti, però gli ultimi sei punti della squadra li abbiamo raggiunti con gli attaccanti. Ho lavorato direttamente sugli attaccanti, magari se avessimo preso Raimondo nell’ultima giornata di mercato non avremmo vinto con la Cremonese. Nella mia presentazione non parlammo di cifre ma se avessi avuto 15 milioni il mercato sarebbe stato lo stesso. Abbiamo fatto offerte più alte a calciatori che hanno scelto di non venire».
«Si stava chiudendo un’operazione con l’Udinese, non solo per un difensore, non chiusa per secondi. Eravamo proiettati sul futuro con questo calciatore, si trattava di un prestito con diritto di riscatto. Noi eravamo pronti alle 23:38, ma l’Udinese non riusciva a rintracciare il calciatore. Siamo arrivati poi ad avere tutto alle 23:48, i friulani c’hanno messo quei due secondi di troppo per chiudere l’operazione».
«Quando si pianifica un mercato si fa una lista, con un indice di gradimento diviso da diversi elementi. Zuccon era un giocatore che abbiamo sempre valutato. Siamo arrivati all’ultimo giorno perché volevamo comprendere bene quelli che avevamo già. Saric ha le caratteristiche che poteva completarci il centrocampo, ma la valutazione del calciatore era fuori contesto da quello che so poiché l’ho venduto io al Palermo. Non ho ritenuto la valutazione dei siciliani idonea al contesto e alla verità che conosco».
«La società mi ha detto carta bianca per poter migliorare la squadra. Henry è stato avvicinato, abbiamo parlato direttamente con lui. Ha avuto un grave problema familiare e non se l’è sentita di spostarla per sei mesi, anche rimanendo chiuso a Palermo. Abbiamo parlato anche con Russo: lui mi ha detto che venendo a Salerno rischiava di non giocare, chiuso da Raimondo e Cerri».
«Con Sepe non c’è mai stato alcun problema. Io avevo un dovere nei confronti della città, nei confronti del club e dei tifosi. È capitata l’occasione con Christensen. Parlavamo con la Fiorentina e ci hanno detto che avevano Christensen in uscita. A me non è mai capitato di avere un portiere che ha un rapporto come quello che ha Sepe con la città, perché non è contestato ma sicuramente c’è una situazione non idilliaca. Io non immaginavo che un portiere come Christensen potesse essere collocato in Serie B, la Fiorentina ha aperto a questa possibilità e l’abbiamo chiusa in 5 minuti».
«Non posso parlare per quanto concerne il passato per quanto riguarda il piano triennale. Posso dire che molti dei giocatori presi in prestito sono con diritto di riscatto, su Caligara c’è anche l’obbligo. Abbiamo 16 over con Simy rimane con noi in lista. Credo che a livello numerico e qualitative ci siamo. Credo che il trend di gennaio sia positivo, quindi c’è un dato di crescita, e nelle ultime quattro partite abbiamo giocato con tre delle squadre più forti del campionato con il mercato aperto. Nessuna di queste ci ha messo sotto. A Pisa possiamo non aver fatto una gran partita ma non l’ha fatto neanche l’avversario. Abbiamo preso una squadra morta, l’abbiamo portata in rianimazione e ora si sta rimettendo in piedi».
«I momenti decisivi in un campionato sono ad aprile, sia nella parte alta che bassa della classifica. Ora scendiamo in campo con una squadra molto unita e tutte le parti del club, dal campo agli uffici, stanno facendo un grande lavoro. Dobbiamo dare anche all’esterno un aspetto di compattezza e forza. Simy lo conoscete meglio di me, in questa fase di mercato gli ho messo sul tavolo quattro offerte e le ha rifiutate tutte. È nei suoi diritti. La risoluzione (proposta dall’entourage) si può fare in qualsiasi momento, lui ha scelto di rimanere, a fine campionato scade il suo contratto e farà le sue valutazioni. Su Soriano, invece, non ci sono state richieste».
«Quando ci siamo presentati io e Breda c’erano tanti giocatori che non conoscevamo personalmente e dovevamo valutare quello che stavano vivendo a Salerno. Avevo detto ai giocatori di mettermi nelle condizioni di fare meno mercato possibile e Torregrossa è stato valutato in tal senso. Con l’arrivo di Cerri e Raimondo si riducevano le possibilità di giocare, ed essendo completi abbiamo deciso di farlo uscire, rimanendo comunque con un reparto molto completo, anche con i centrocampisti che possono avanzare. Tra l’altro su Raimondo c’erano tante richieste, una decina di squadre».
«Sull’aspetto del budget sorrido perché il club mi ha messo a disposizione un’apertura importante, ma davvero non c’è stata la possibilità e nell’ultimo giorno il rinnovo è stato fatto. Ma nel mercato di gennaio non sai dove sarai a fine campionato, non si possono fare investimenti milionari in questa finestra di mercato. Mettiamo che avessimo voluto prendere Cerri a titolo definitivo, non ce lo avrebbero dato, allora che fai? Non lo prendi? No, lo prendi poi a fine campionato si vede. Abbiamo fatto un mercato che ‘salva’ la società perché non l’abbiamo dissanguata».
