sabato 07 06 25
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Caso Brescia: rischio fallimento | Ufficiale la non iscrizione

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Il Brescia Calcio è a un passo dal fallimento. A poche ore dalla scadenza dei termini federali fissati per venerdì alle 15, il presidente Massimo Cellino ha comunicato ai suoi collaboratori e legali che non intende rispettare le scadenze imposte dalla FIGC. Il club, retrocesso in Serie C a causa di una penalizzazione di otto punti, dovrebbe versare circa tre milioni di euro per garantire l’iscrizione al prossimo campionato professionistico.

Corsa contro il tempo per salvare il Brescia Calcio

Aggiornamento ore 15 – Il Brescia è ufficialmente fuori dal calcio professionistico: il presidente Cellino non ha rispettato le scadenze dei diversi pagamenti. Secondo quanto riportato da BresciaOggi, l’intenzione, ora, è quella di cambiare denominazione con un nuovo marchio e una nuova società garantendo, in questo modo, alla città di Brescia una squadra di calcio in Serie C.


L’ammanco economico riguarda gli stipendi e contributi di marzo e aprile, oltre a una prima rata da 480mila euro concordata con l’Agenzia delle Entrate per regolarizzare la posizione fiscale del club. Sebbene Cellino abbia già in mano un accordo per pagare in cinque rate, non ha ancora firmato né versato la prima somma dovuta.

Nel frattempo, si fa strada l’ipotesi di una cessione del Brescia Calcio a un fondo americano rappresentato da Francesco Marroccu, ex direttore generale del club. L’accordo prevederebbe un pagamento a Cellino di tre milioni in caso di permanenza in Serie C, e sei milioni in caso di riammissione in Serie B. Tuttavia, l’operazione è bloccata: Cellino vuole i soldi prima dell’iscrizione, mentre gli investitori esigono che il club venga iscritto prima di procedere all’acquisto.

Nel frattempo, oggi sono stati saldati gli stipendi dei 13 dipendenti della società, ma i conti correnti di Brescia Calcio e Brescia Holding risultano ancora privi della liquidità necessaria per evitare l’esclusione dai campionati professionistici.

Le conseguenze sui play-out

Con il Brescia vicino all’esclusione si annullano tutti i possibili scenari sui ricorsi del club lombardo. Al netto degli stessi ricorsi, fino all’ultima parola della Procura federale, il Brescia è da considerarsi ancora un club di serie B. Una eventuale esclusione avrebbe un peso diverso dalla penalizzazione da parte della Procura federale. Secondo il regolamento l’esclusione ‘aggiungerebbe’ il Brescia alle tre squadre retrocesse sul campo completando il quadro.

In questo caso i play-out non si giocherebbero, ma siamo nel campo del pieno condizionale. La Lega infatti, già in tempi non sospetti, aveva spento sul nascere qualsiasi idea fosse diversa dalla post season per non retrocedere. Dall’altra c’è il peso della Lega B che spinge per la disputa dei play-out con il comunicato, anche per mantenere l’impegno con le TV licenziatarie del servizio. 

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Il Brescia Calcio è a un passo dal fallimento. A poche ore dalla scadenza dei termini federali fissati per venerdì alle 15, il presidente Massimo Cellino ha comunicato ai suoi collaboratori e legali che non intende rispettare le scadenze imposte dalla FIGC. Il club, retrocesso in Serie C a causa di una penalizzazione di otto punti, dovrebbe versare circa tre milioni di euro per garantire l’iscrizione al prossimo campionato professionistico.

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Aggiornamento ore 15 – Il Brescia è ufficialmente fuori dal calcio professionistico: il presidente Cellino non ha rispettato le scadenze dei diversi pagamenti. Secondo quanto riportato da BresciaOggi, l’intenzione, ora, è quella di cambiare denominazione con un nuovo marchio e una nuova società garantendo, in questo modo, alla città di Brescia una squadra di calcio in Serie C.


L’ammanco economico riguarda gli stipendi e contributi di marzo e aprile, oltre a una prima rata da 480mila euro concordata con l’Agenzia delle Entrate per regolarizzare la posizione fiscale del club. Sebbene Cellino abbia già in mano un accordo per pagare in cinque rate, non ha ancora firmato né versato la prima somma dovuta.

Nel frattempo, si fa strada l’ipotesi di una cessione del Brescia Calcio a un fondo americano rappresentato da Francesco Marroccu, ex direttore generale del club. L’accordo prevederebbe un pagamento a Cellino di tre milioni in caso di permanenza in Serie C, e sei milioni in caso di riammissione in Serie B. Tuttavia, l’operazione è bloccata: Cellino vuole i soldi prima dell’iscrizione, mentre gli investitori esigono che il club venga iscritto prima di procedere all’acquisto.

Nel frattempo, oggi sono stati saldati gli stipendi dei 13 dipendenti della società, ma i conti correnti di Brescia Calcio e Brescia Holding risultano ancora privi della liquidità necessaria per evitare l’esclusione dai campionati professionistici.

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Con il Brescia vicino all’esclusione si annullano tutti i possibili scenari sui ricorsi del club lombardo. Al netto degli stessi ricorsi, fino all’ultima parola della Procura federale, il Brescia è da considerarsi ancora un club di serie B. Una eventuale esclusione avrebbe un peso diverso dalla penalizzazione da parte della Procura federale. Secondo il regolamento l’esclusione ‘aggiungerebbe’ il Brescia alle tre squadre retrocesse sul campo completando il quadro.

In questo caso i play-out non si giocherebbero, ma siamo nel campo del pieno condizionale. La Lega infatti, già in tempi non sospetti, aveva spento sul nascere qualsiasi idea fosse diversa dalla post season per non retrocedere. Dall’altra c’è il peso della Lega B che spinge per la disputa dei play-out con il comunicato, anche per mantenere l’impegno con le TV licenziatarie del servizio. 

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