La Salernitana ha perso la penultima giornata di regular season contro la Sampdoria: decisiva la rete di Meleunsteen sul finale di primo tempo. I granata sono ad un passo dal baratro ed il destino non è più nelle mani dei giocatori di Marino.
Salernitana ad un passo dal fondo
Si preannunciava una gara complicata in quel del Ferraris contro la Sampdoria di Evani e, al termine di un match tiratissimo, ad uscirne con le ossa rotta sono soprattutto i ragazzi di Marino che, colpiti sul finale di primo tempo, non sono riusciti a causare particolari pericoli alla porta di Cragno.
Primo tempo timoroso: Meleunsteen condanna la Salernitana
Doveva essere la gara della stagione, o quantomeno quella che avrebbe salvato gran parte di essa, ma si è rivelata esattamente l’opposto. L’approccio di Marino ad essa è stato il consueto, quello con una squadra schierata col solito 3-4-2-1 ma, per ovvi motivi, volta soprattutto alla difesa che all’attacco. Nonostante ciò e la buona prova contro il Mantova, la compagine campana non è riuscita a fare bene ciò che invece era riuscito allo stadio “Arechi” settimana scorsa. Pressing alto ed immediata riconquista del pallone, o della seconda palla, venuta meno, con i blucerchiati che hanno cercato sin da subito di abbassare il ritmo della gara tentando di sfangarla con una prodezza di Niang, prima di deciderla con il centrale di difesa Meleunsteen da corner.
Centrocampo doriano che nel primo tempo ha completamente oscurato quello granata, con Zuccon assente per gran parte del match, e con Soriano e Verde, gli uomini dalla quale ci si aspettava una scintilla, nettamente mancanti. Apporto alla causa dei due trequartisti nullo, o quasi, con i due che nel primo tempo si son persi tra le maglie blucerchiate, non riuscendo a creare alcuna azione offensiva.
Secondo tempo arrembante: l’orgoglio non basta
Il secondo tempo comincia con un cambio in mediana, vedente Hrustic al posto di uno spento Zuccon: l’australiano ha una personalità differente, una gamba migliore, e soprattutto, anche grazie a Soriano e Verde più centrali e vivi, è riuscito ad aprire quei pochi spazi che la Sampdoria ha concesso, vuoi per stanchezza, vuoi per una maggiore verve degli uomini di Marino.
I cambi a questo punto potevano risultare decisivi, ma cosi non è stato: Stojanovic dà velocità all’out di destra, mentre Simy e Tongya, per quanto volenterosi, vengono ben contenuti dalla difesa di Evani, attenta fino all’ultimo, quando Amatucci, e l’unica effettiva speranza di pareggio granata, si schiantano sul muro blucerchiato innalzato da Riccio.
Un atteggiamento sin dal primo minuto attendista che è costato tanto alla formazione di Marino, e che ha consentito alla Sampdoria di accontentarsi di una partita basata su un forte pressing, soprattutto nella prima frazione di gioco, per altro fatto a ritmi contenuti, e decisa da un gol su calcio piazzato, per ottenere tre punti pesantissimi per la bagarre salvezza.
Il tabellino del match
Sampdoria (3-4-2-1): Cragno; Riccio, Ferrari, Altare; Depaoli (80′ Venuti), Meulensteen (77′ Meulensteen), Vieira, Beruatto; Borini (37′ Oudin), Sibilli (80′ Bellemo); Niang. A disp.: Ghidotti, Curto, Venuti, Beruatto, Bellemo, Benedetti, Oudin, Ricci, Abiuso, Ioannou, Akinsanmiro, Coda, Sekulov, Abiuso. All.: A. Evani
Salernitana (3-4-2-1): Christensen; Ruggeri, Ferraru, Lochoshvili; Ghiglione (72′ Stojanovic), Zuccon (46′ Hrustic), Amatucci, Corazza; Verde (81′ Raimondo), Soriano (81′ Tongya), Cerri (60′ Simy). A disp.: Sepe, Bronn, Gentile, Guasone, Jaroszynski, Njoh, Stojanović, Caligara, Girelli, Hrustic, Reine-Adélaïde, Tello, Tongya, Simy, Raimondo. All.: P. Marino
Marcatori: 47′ Meulensteen
Angoli: 4-2
Ammoniti: 48′ Cerri, 73′ Meulensteen, 81′ Benedetti, 96′ Niang
Arbitro: Antonio Rapuano di Rimini
Assistenti: L. Rossi (sez. Rovigo) e K. Bahri (sez. Sassari)
IV Ufficiale: Simone Gauzolino (sez. Torino)
VAR: Paolo Mazzoleni (sez. Bergamo)
AVAR: Salvatore Longo (sez. Paola)