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Caso Brescia: Cellino tra gli indagati e sede del club perquisita

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Nemmeno l’esclusione dal prossimo campionato delle rondinelle sembra riuscire a porre fine al caso Brescia. Nella mattinata di ieri, la Guardia di Finanza ha condotto diverse perquisizioni nella sede del club e degli indagati, tra cui figura il presidente Massimo Cellino. La Procura di Brescia ipotizza per loro i reati di riciclaggio e commercializzazione di crediti inesistenti.

Caso Brescia: la Procura si muove

Non c’è più pace per il Brescia Calcio. A pochi giorni di distanza dall’esclusione dai prossimi campionati professionistici per inadempienze finanziarie, è scattata un’indagine a livello penale da parte della Procura di Brescia inerente la commercializzazione di crediti inesistenti e riciclaggio.


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Le rondinelle erano state condannate alla retrocessione in Serie C dal Tribunale Federale Nazionale per il mancato pagamento di emolumenti e imposte del trimestre novembre-gennaio. Il club si era affidato ad una società-veicolo per acquistare i crediti d’imposta necessari per i pagamenti, ma questi risultarono inesistenti in seguito ai controlli.

Dopo la retrocessione sancita dal primo grado della giustizia sportiva, le rondinelle non sono riuscite a rispettare la scadenza dei pagamenti relativi all’iscrizione, venendo escluse dal prossimo campionato. Tale situazione ha portato alla rinuncia del ricorso alla Corte Federale d’Appello, oltre che al ripescaggio della Sampdoria per il play-out con la Salernitana.

La Procura di Brescia, con a capo i pm Benedetta Callea e Iacopo Berardi, ha reso nota l’apertura dell’inchiesta nei confronti del club lombardo e di 25 indagati con un lungo comunicato. La Guardia di Finanza, nella giornata di ieri, ha avviato le perquisizioni, tra cui anche della sede del club. Tra gli indagati figurano i nomi del presidente Massimo Cellino e del commercialista Marco Gamba, oltre a quello di Gianluca Alfieri, il 25enne titolare del Gruppo Alfieri spv che ha ceduto al Brescia i crediti d’imposta.

La Procura parte dall’assunto che la cessione dei crediti d’imposta sia avvenuta in maniera irregolare a livello contrattuale, visto anche che il capitale sociale della società-veicolo ammontava ad una cifra incongrua rispetto al valore dei crediti d’imposta ceduti e utilizzati per i pagamenti. Le perquisizioni da parte delle Fiamme Gialle, invece, hanno svelato l’esistenza di un “articolato schema fraudolento atto a consentire a diverse figure imprenditoriali di beneficiare indebitamente di crediti IVA inesistenti”. Gli indagati, secondo la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Brescia, si sarebbero avvalsi di società “fiscalmente inadempienti” per generare crediti fiscali fittizi dal valore di oltre 4 milioni di euro. Inoltre, il Gruppo Alfieri risulterebbe privo delle necessarie autorizzazioni per poter esercitare la cartolarizzazione dei crediti d’imposta.

La documentazione è stata sottoposta a sequestro per verificare una possibile responsabilità amministrativa delle società coinvolte.

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Caso Brescia: Cellino tra gli indagati e sede del club perquisita

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Nemmeno l’esclusione dal prossimo campionato delle rondinelle sembra riuscire a porre fine al caso Brescia. Nella mattinata di ieri, la Guardia di Finanza ha condotto diverse perquisizioni nella sede del club e degli indagati, tra cui figura il presidente Massimo Cellino. La Procura di Brescia ipotizza per loro i reati di riciclaggio e commercializzazione di crediti inesistenti.

Caso Brescia: la Procura si muove

Non c’è più pace per il Brescia Calcio. A pochi giorni di distanza dall’esclusione dai prossimi campionati professionistici per inadempienze finanziarie, è scattata un’indagine a livello penale da parte della Procura di Brescia inerente la commercializzazione di crediti inesistenti e riciclaggio.


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Dopo la retrocessione sancita dal primo grado della giustizia sportiva, le rondinelle non sono riuscite a rispettare la scadenza dei pagamenti relativi all’iscrizione, venendo escluse dal prossimo campionato. Tale situazione ha portato alla rinuncia del ricorso alla Corte Federale d’Appello, oltre che al ripescaggio della Sampdoria per il play-out con la Salernitana.

La Procura di Brescia, con a capo i pm Benedetta Callea e Iacopo Berardi, ha reso nota l’apertura dell’inchiesta nei confronti del club lombardo e di 25 indagati con un lungo comunicato. La Guardia di Finanza, nella giornata di ieri, ha avviato le perquisizioni, tra cui anche della sede del club. Tra gli indagati figurano i nomi del presidente Massimo Cellino e del commercialista Marco Gamba, oltre a quello di Gianluca Alfieri, il 25enne titolare del Gruppo Alfieri spv che ha ceduto al Brescia i crediti d’imposta.

La Procura parte dall’assunto che la cessione dei crediti d’imposta sia avvenuta in maniera irregolare a livello contrattuale, visto anche che il capitale sociale della società-veicolo ammontava ad una cifra incongrua rispetto al valore dei crediti d’imposta ceduti e utilizzati per i pagamenti. Le perquisizioni da parte delle Fiamme Gialle, invece, hanno svelato l’esistenza di un “articolato schema fraudolento atto a consentire a diverse figure imprenditoriali di beneficiare indebitamente di crediti IVA inesistenti”. Gli indagati, secondo la Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Brescia, si sarebbero avvalsi di società “fiscalmente inadempienti” per generare crediti fiscali fittizi dal valore di oltre 4 milioni di euro. Inoltre, il Gruppo Alfieri risulterebbe privo delle necessarie autorizzazioni per poter esercitare la cartolarizzazione dei crediti d’imposta.

La documentazione è stata sottoposta a sequestro per verificare una possibile responsabilità amministrativa delle società coinvolte.

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